PRIMAI e la sua evoluzione nel tempo: “I problemi sono diventati opportunità” – L’INTERVISTA
di Cooperativa Santa Chiara
Il progetto PRIMAI nasce e cresce nei territori di Manfredonia, Sora e Crotone. Sono passati ormai diversi anni dal suo avvio ufficiale e di difficoltà, opportunità, momenti di crescita e ripensamenti di percorsi progettati, ne abbiamo visti davvero tanti. Le soddisfazioni hanno superato le aspettative ma di giorno in giorno, grazie al contatto con bambini, famiglie, comunità educante e territori in generale, gli spunti per fare meglio non mancano mai.
Per far conoscere più approfonditamente questo percorso, soprattutto dopo l’avvento dell’era COVID, abbiamo scelto di intervistare i referenti territoriali.
Oggi vi proponiamo la prima intervista fatta ad Armando Caringi presidente dell’associazione il FARO ODV, referente territoriale di PRIMAI a Sora.
- Come il progetto PRIMAI si è inserito nel territorio di Sora?
Il Progetto ha avuto da subito l’intuizione di entrare nelle maglie della rete territoriale del Distretto Socio Sanitario C della Provincia di Frosinone, potenziando quelle azioni che, sebbene relative al progetto stesso, stanno costruendo una sistematicità degli interventi. Sono stati siglati accordi importanti con l’AIPES, quali ad esempio l’accordo LIRIS. Si sono stabilite relazioni importanti con S.E. Mons. Antonazzo Vescovo della Diocesi, con la Caritas Diocesana. Il Progetto si è incastrato in azioni presenti sul territorio quali il Progetto VIS della Misura Comunità Solidali, il progetto Teatro & Company della misura a favore degli anziani, il progetto Reti al Centro a sostegno del Centro per le Famiglie istiyito dall’AIPES. Questo permetterà la entrata a regime di tutte le azioni ed un maggiore grado di efficienza delle dinamiche relative alla Comunità Educante.
- Quali ostacoli il progetto PRIMAI ha dovuto superare?
Il progetto ha una struttura complessa che necessita di un’organizzazione attenta, sia da un punto di vista gestionale sia per il numeroso numero di scambi con molti attori della rete territoriale. Il territorio di Sora, avendo un pregresso di co-progettazione già attivato dall’AIPES ed avendo esperienze significative già realizzate dal Terzo settore in maniera condivisa ha registrato una maggiore difficoltà nel coinvolgimento delle famiglie. Tuttavia, le azioni proposte ai bambini hanno trovato subito un riscontro positivo. Al contrario le proposte che vedevano come interlocutori i genitori hanno faticato a rendere piede e hanno richiesto una microprogettazione del tutto sperimentale. La chiave di volta è stato il passaggio all’informalità di certi eventi aggregativi, quali il Sabato del Villaggio, che hanno permesso di migliorare la capacità di penetrazione del progetto in questo gruppo bersaglio. Qualche esempio di soluzioni adottate: costruire una batteria di eventi aggregativi informali e destrutturati quali la pizzata, il torneo di calcetto dei papà, il laboratorio di ciambelline, il laboratorio esperienziale di sartoria, piccoli eventi musicali e di teatro, affiancati da una costante campagna informativa sul progetto ed una presenza costante sui media hanno favorito il superamento delle difficoltà.
- A distanza di due anni quali le ricadute sociali più significative del progetto sul territorio di Sora?
Secondo me la cosa più importante è il riconoscimento del Brand di Progetto. Il territorio, inteso nella sua interezza, dalle istituzioni ai beneficiari, diretti ed indiretti, conoscono e riconoscono il progetto PRIMAI e lo percepiscono come efficace. Il dialogo con le scuole si è intensificato, la microprogettazione partecipata con un buon gruppo di stakeholders sta agevolando la circolarità e la diffusione del progetto e delle sue iniziative.
- Come è cambiato il progetto in era COVID?
L’abbattersi della pandemia ha richiesto una rimodulazione sostanziale di moltissime attività. Nel territorio del sorano il progetto ha attivato immediatamente uno Sportello COVID, sia teso all’ascolto delle persone sia di intervento immediato sulle eventuali difficoltà sopraggiunte nei nuclei familiari. Sono state gestite moltissime ore di attività di sportello di ascolto e sono stati supportato circa 90 nuclei familiari trovatisi ad affrontare un’improvvisa emergenza economica. PRIMAI a Sora ha anche attivato uno spazio fisico attrezzato per la didattica a distanza per tutte quelle famiglie che per vari motivo hanno registrato una difficoltà tecnologiche. In questo periodo è stato molto utile anche la produzione della webserie Rino il Calzino e quella di piccole attività on line dedicate ai bambini.
- Che aspettative avete per il futuro del progetto?
L’esperienza sul campo condotta durante questo ultimo anno ci ha reso consapevoli della fragilità sistemica in cui il territorio del sorano versa. Alcune problematiche pregresse sono scoppiate senza che i servizi potessero aver il tempo e la struttura necessario per essere efficaci negli interventi. L’aumento vertiginoso delle povertà, compresa quella educativa, danno maggior risalto all’importanza di strategie dinamiche e di prossimità che di fatto sono la filosofia di fondo del progetto PRIMAI. L’aspettativa è quella di non perdere quanto imparato sul campo, di non disperdere le nostre energie di avere la capacità trasformativa di convertire i problemi in opportunità.
*Nella foto d’archivio uno degli eventi di comunità sul territorio di Sora realizzati negli scorsi mesi
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