Valutazione d’Impatto – questione di dati e di processi
di cooperativaulis
In uno dei precedenti articoli abbiamo visto l’importanza del monitoraggio, funzionale alla raccolta dei dati per verificare che il progetto vada come previsto. Altra attività ad esso strettamente connessa è la valutazione d’impatto, oggetto dell’articolo di oggi.
La valutazione d’impatto in progetti di contrasto alla povertà educativa rappresenta una sfida importante tanto per il partenariato che conduce il progetto nelle sue attività e nel confronto con i ragazzi, tanto per i valutatori, che lavorano in bilico tra la qualità, disponibilità ed affidabilità dei dati necessari a costituire la base della valutazione.
Per la valutazione d’impatto del nostro progetto ci affidiamo al DMD – Dipartimento di Management e Diritto dell’Università di Roma “Tor Vergata” che con diversi anni di esperienza in ambito di valutazione d’impatto e il team di ricercatori responsabili del Master MEMIS sarà il nostro punto di riferimento per questi anni di progetto.
“Per poter equilibrare disponibilità, qualità ed affidabilità dei dati sull’impatto, la cosa più importante riguarda la costruzione di un processo che parta da un disegno partecipato in grado di identificare ex-ante gli impatti che il progetto intende raggiungere, ed è proprio quello che con Periphery Organizing è stato fatto dall’inizio del progetto.” dice Lavinia Pastore, ricercatrice del DMD e program manager del MEMIS.
L’idea alla base del disegno di valutazione consiste nella creazione di un insieme di strumenti che portino quanto più possibile in evidenza le relazioni causali tra attività e possibili effetti prima che il progetto diventi operativo in modo che sia possibile affinare gli strumenti all’occorrenza.
Attraverso la metodologia Open Impact, basata sulla Teoria del Cambiamento, sono stati definiti, prima dell’inizio delle attività nelle scuole, gli elementi base del disegno valutativo tra cui gli effetti riconducibili alle differenti attività ed i relativi strumenti di verifica.
Semplificando, la Teoria del Cambiamento si fonda sulla domanda: “Che cambiamento vogliamo realizzare?” dalla quale derivano tutte le attività di preparazione alla valutazione. Il modo migliore per analizzare un cambiamento è la verifica di cosa c’è prima dell’intervento ed il monitoraggio degli scostamenti da quella situazione.
L’altro elemento importante nel corso del lavoro svolto con tutti i partner riguarda la costante ricerca di strumenti di valutazione che non vadano solamente ad indagare nel tentativo di raccogliere dati per riempire caselle, quanto piuttosto nell’utilizzare un’esperienza che possa far emergere cambiamenti prima e dopo l’attività svolta, mitigando la dimensione “rendicontativa” che talvolta si percepisce quando si sottopone un questionario, che può risultare invasivo, indipendentemente da quali siano le domande poste.
L’esempio più rilevante di questo processo ha riguardato la creazione dello strumento di verifica necessario per indagare le competenze cognitive e non cognitive dei ragazzi, sviluppato a seguito di una serie di incontri tra partner e valutatori, ma di questo ne parleremo in un prossimo articolo, dedicato agli aspetti peculiari di questa tipologia di strumento.
Un progetto di:
Co2 Crisis Opportunity Onlus, Associazione Community Organizing Onlus, Associazione Spazio x Roma, Interazione Urbane, CalcioSociale, Scuola Pop Tor San Lorenzo, Eutropian, Cooperativa Ulis
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