Il prima e il dopo di P.arch: ripartire sempre dalla creatività!
di Farm Cultural Park
di Maura Romano (Melting Pro)
Viviamo un momento di grande incertezza che si pone come spartiacque tra un “prima” e un “dopo”: stiamo mettendo in discussione sistemi, pratiche, teorie, modelli organizzativi e stili di vita. Non sappiamo ancora cosa tornerà come prima e cosa no ma siamo di fronte a una fase di grande ripensamento.
In questo contesto il sistema scolastico è stato più di tanti altri colpito e disorientato e più di altri, forse, dovrà ripensarsi. A tutti i livelli ci stiamo interrogando su come ripartire, su come impattare al meglio questo imprevedibile scossone, su come “approfittare” di questo stop imposto per cambiare in positivo le cose che neppure prima funzionavano come avrebbero dovuto.
Nel suo piccolo la rete di P.arch sta cercando di dare un contributo sia alle riflessioni “di sistema” sulla scuola del post pandemia, sia con azioni concrete e tangibili destinate a bambini, docenti, famiglie e comunità territoriali per affrontare insieme questo delicato momento[1].
Non è stato facile trovare le risposte all’una e all’altra questione ma nel tentativo di farlo abbiamo capito che le risposte sul cosa e come fare erano già dentro gli assi portanti del nostro progetto: praticare la creatività e progettare la qualità degli spazi nei quali viviamo.
Nel “ripensarci” siamo ripartiti proprio da qui e ci siamo messi immediatamente all’opera!
Avete presente cosa vuol dire per un bambino in questo momento girare liberamente nelle strade di una città fantastica, ricca di stimoli, arte, spazi verdi, colori, meravigliose architetture? Una città nella quale l’unica regola è esprimersi liberamente, creare, progettare, divertirsi insieme ai propri familiari, docenti e amici? Tutto questo è Parch City, la città immaginaria di P.arch creata dall’unione di tre territori: il quartiere Primavalle di Roma, il quartiere San Giovanni Apostolo (ex C.E.P.) di Palermo e la cittadina di Favara.
La creatività come presupposto per imparare divertendosi e valorizzare il potenziale espressivo dei bambini e l’attenzione alla progettazione e rigenerazione degli spazi urbani, capisaldi del progetto P.arch, sono oggi più che mai una proposta per ripartire.
Con l’emergenza sanitaria per P.arch sono cambiate molte cose ma quasi nulla è cambiato: prima che tutto si fermasse stavamo realizzando laboratori di architettura, urbanistica, storytelling e gaming urbano. Oggi, questi contenuti viaggiano veloci in rete per arrivare nelle case dei bambini sotto forma di divertenti video che li stimolano ad essere creativi nelle lunghe giornate di quarantena: impariamo la matematica utilizzando le proporzioni per preparare le dosi di succulenti manicaretti, riprogettiamo la scuola come la vorremmo realizzando torte che la raffigurino nelle sue forme più imprevedibili (oltre che buone!), studiamo gli spazi e i monumenti del quartiere condividendo con i nostri amici ricordi e visioni del futuro che partano dalle mappe creative dei tre territori. Insomma… fantasia e creatività si mettono al servizio della scuola a distanza per supportare e potenziare le attività ordinamentali previste dai programmi didattici.
Il tentativo e lo sforzo che abbiamo fatto è stato proprio quello di “porci al servizio”: in un momento in cui i bambini sono iper sollecitati dalla didattica online, le famiglie affaticate dal doverli seguire nonostante i propri impegni di lavoro e domestici, i docenti caricati del peso di un nuovo modo di fare scuola, P.arch arriva in soccorso con attività che non si “aggiungono” ma che cercano di “sollevare e sostenere” la comunità educante.
E così il supporto psicologico che prima si svolgeva in presenza grazie a un team di psicologi specializzati, oggi diventa digitale ed entra nelle case dei bambini e delle loro famiglie ascoltandole e dando loro dei suggerimenti utili ad affrontare questo delicato momento. Nasce il servizio di assistenza ai compiti che aiuta bambini, genitori e maestre ad organizzare il tempo, i contenuti e gli strumenti di lavoro nel tentativo di alleggerire, per quanto possibile, il peso di un impegno giornaliero.
Proprio in questi mesi avremmo avviato le attività di engagement delle famiglie e delle comunità territoriali per coinvolgerli ancora più attivamente nel progetto. Quello che avevamo immaginato presupponeva momenti di aggregazione oggi non più ipotizzabili. Come creare l’engagement senza il contatto? Come costruire delle comunità rimanendo distanza? Nasce così la P.arch Box, una “scatola sorpresa” che sta raggiungendo bambini, famiglie e associazioni di Palermo, Roma e Favara tramite posta. La P.arch Box contiene un “kit per l’engagement fai da te” con oggetti e giochi che mirano a coinvolgere sia l’intera famiglia che i suoi singoli componenti, con la doppia finalità di incoraggiare una dimensione di scambio e costruzione cooperativa tra genitori e figli e di nutrire il pensiero creativo anche nella dimensione domestica. Gli output delle attività realizzate attraverso la box confluiranno nella “Piazza virtuale di P.arch”, sito creato per mettere in circolo l’energia positiva derivante dall’interazione creativa stimolata nelle famiglie dagli oggetti contenuti nella box.
Non mancheranno, inoltre, proiezioni di film, cartoni e cortometraggi per animare le giornate di bambini e famiglie e perché no, anche dei partner stessi. In origine pensate come arene territoriali, la piazza virtuale di P.arch City è tanto grande per accoglierle tutte!
Oggi la creatività ci aiuta ancora una volta a non fermarci, a continuare a imparare e progettare guardando sempre in avanti e affrontando il cambiamento e le complesse sfide della contemporaneità con spirito positivo e costruttivo.
È proprio questo il segreto di P.arch ma più in generale possiamo sostenere che sia il segreto di molte organizzazioni culturali a base creativa che, in questo momento di destrutturazione, si stanno “ristrutturando” e stanno supportando anche enti di altri settori nella fase di cambiamento.
La creatività ci aiuta a trovare delle soluzioni non convenzionali, a tratti visionarie, fuori dall’ordinario ma proprio per questo potenzialmente efficaci e risolutive.
[1] P.arch. Playground per architetti di comunità è un progetto che nasce con l’ambizioso obiettivo di favorire la “ricchezza educativa” nelle periferie di Roma, Favara e Palermo promuovendo attività artistiche e culturali, occasioni di incontro e partecipazione per bambini, docenti, famiglie, cittadini e associazioni. Quando abbiamo ideato P.arch, siamo partiti da un assunto molto semplice ma di cui avevamo non pochi riscontri e piena consapevolezza: molti bambini trovano la scuola noiosa e poco stimolante, non al passo con i loro desideri, con il loro linguaggio, con i loro interessi e questo si traduce molto spesso in tassi elevati di abbandono scolastico, in rendimenti scarsamente in linea con le potenzialità effettive di molti ragazzi e nel loro scarso coinvolgimento nelle attività didattiche. Anche le strutture scolastiche nella quali si svolgono le lezioni sono sovente fatiscenti e non adeguate al benessere degli studenti, costretti a trascorrere molto tempo in spazi spesso grigi e decadenti. L’idea era quella di proporre la sperimentazione di un modello didattico basato sulla creatività come strumento di apprendimento in grado di valorizzare le potenzialità dei bambini facendoli divertire imparando e di attivare un processo di rigenerazione creativa per rendere gli spazi scolastici più belli e accoglienti.
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