Tornare tra i banchi dopo la DaD, tra problemi e giochi di ruolo, con Panthakù
di Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini
L’attività dello sportello psicologico curato da Ai.Bi. all’IC Denza e all’IC Principe di Piemonte
Restare fermi nei banchi. Provare a non distogliere l’attenzione da quello che sta spiegando il prof. Evitare di chiacchierare troppo spesso con i propri compagni. In una parola, scolarizzazione. E’ questo lo scoglio principale che molti docenti si sono trovati a dover affrontare dopo il lungo periodo della DaD.
Ed è questo uno dei temi che in questo periodo hanno affrontato con Lucia Ciaramella, psicologa che collabora con Ai.Bi. e punto di riferimento di uno sportello di ascolto istituito nell’ambito di “Panthakù. Educare dappertutto”, il progetto con capofila Ai.Bi. Associazione amici dei bambini, selezionato da Con i bambini nell’ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.
Attivo sui territori di Santa Maria Capua Vetere e Castellammare di Stabia, per le scuole Principe di Piemonte e Denza, lo sportello sta funzionando molto bene, in particolare per riammagliare i rapporti tra docenti e alunni, post cambiamenti della metodologia didattica imposti dall’emergenza sanitaria.
“Gli ostacoli maggiori si registrano principalmente con le prime classi – racconta l’esperta – Dopo quasi due anni di DaD i ragazzi sono portati ad alzarsi dal banco come se nulla fosse, non riescono a tenere il ritmo, perché le lezioni della DaD erano più brevi ed avevano intervalli tra appuntamenti sincroni e asincroni. E poi, anche a causa delle restrizioni subite, hanno voglia di parlare tra loro, di socializzare e di fare amicizia”.
Come intervenire? Con dei circle time, incontri in cui, attraverso i giochi di ruolo, la psicologa di Panthakù si è presentata alle classi, chiedendo ai docenti di realizzare una box nella quale ognuno, in forma anonima o no, potesse inserire un bigliettino per esprimere una difficoltà, un disagio, ma anche per segnalare una cosa bella.
Da qui si parte per discutere in un confronto aperto da cui trarre possibili soluzioni di intervento. “Un’iniziativa che ha avuto un ottimo riscontro – incalza Ciaramella – e che aiuta gli studenti ad avere una nuova consapevolezza di loro stessi e del loro percorso scolastico”.
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