La psicologa di Panthakù a fianco delle famiglie salernitane per fronteggiare il covid-19

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Se nella vita pre Covid-19 i problemi principali erano rappresentati dalla comunicazione inter-generazionale, dai codici da interpretare, dalle strategie per far combaciare lunghezze d’onda spesso distanti, in quella “in” Covid-19, sono stati lo smarrimento dettato dallo stravolgimento del quotidiano e le ansie e le paure legate a un futuro anomalo e costellato da punti interrogativi, i temi che hanno tenuto banco nel confronto a tre: genitori, figli, una psicologa esperta che fa parte del team del progetto “Panthaku. Educare dappertutto”, selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.

Compito di Giovanna Buonocore è stato quello, com’era presumibile, di offrire supporto, di stemperare timori, di invitare tutti, grandi e piccoli, a cercare ogni giorno qualcosa di positivo nel lungo e pesante periodo dell’emergenza sanitaria.

Grazie al suo supporto, diverse famiglie di alunni delle scuole salernitane Montalcini e Calcedonia, sono riusciti ad affrontare un lockdown rispetto al quale tutti erano impreparati. “Gli incontri che svolgevamo in presenza sono stati trasferite sulle piattaforme on line – racconta Buonocore – Nonostante qualche difficoltà di connessione, la partecipazione è stata molto buona. Quello che è emerso è stata una generale sensazione di disorientamento perché il quotidiano è stato oggettivamente stravolto, insieme alle nostre emotività. Tutto è cambiato: la routine scolastica, quella familiare”.

E purtroppo, mai come in questo caso, il passato torna drammaticamente nel presente. “Le paure maturate in questi mesi non hanno inciso solo in quella fase emergenziale, ma si proiettano sul lungo termine. Siamo stati e continuiamo a essere in balia di notizie spesso troppo confuse e anche per il futuro non abbiamo garanzie. L’epidemia tornerà a bussare alle nostre porte in autunno? Questo ha fatto sì che la paura di uscire perduri ancora in molti. Le nostre case, che abbiamo percepito come prigioni nelle quali siamo stati chiusi senza aver commesso un reato, nella fase due per alcuni si stanno trasformando in una sorta di nido sicuro che siamo restii ad abbandonare. C’è sospetto, difficoltà a fidarsi dell’altro – continua l’esperta – Questo ragionamento vale per gli adulti, mentre i ragazzi soffrono la mancanza della condivisione e dell’incontro con i propri amici”.

L’ansia però non ha età e Giovanna Buonocore si è trovata a dover fronteggiare anche alcuni casi di attacchi di panico, che hanno richiesto un sostegno individuale. “Il mio messaggio costante è stato l’invito ad alimentare la speranza e a preservare pensieri positivi per proteggerci psicologicamente. Inoltre ho sempre invitato tutti a riflettere sull’importanza del tempo – prosegue – Quante volte ci siamo lamentati di non averne abbastanza. Questa è stata l’occasione per imparare a godere della lentezza e delle piccole gioie del quotidiano, come un raggio di sole dalla finestra”.

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