A breve al via in modalità digitale i nuovi laboratori di Panthakù per gli alunni
di Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini
Smartphone, tablet e cellulari: cosa abbiamo imparato dalla pandemia
Erano gli anni Settanta quando l’urbanista Melvin Webber ipotizzò che le nuove tecnologie ci avrebbero permesso di lavorare e studiare ovunque, perfino dalla cima di una montagna. E così è stato, anche se quello che gli addetti ai lavori hanno battezzato come il salto evolutivo digitale è esploso in tutta la sua potenza nel 2020, a causa dell’emergenza sanitaria.
Proviamo a essere ottimisti: il Covid, nonostante gli enormi disastri in termini di perdite di vite umane e posti di lavoro, angosce per il futuro e crisi drammatiche del comparto dell’economia, ci ha regalato una grande opportunità, quella di sfruttare le immense potenzialità di smartphone, tablet e computer per non interrompere percorsi didattici e professionali, oltre che per cementare le relazioni sociali che ci sono state a lungo impedite.
Lo ha dimostrato la Dad, la didattica a distanza di cui oggi si parla sempre più frequentemente. Senza entrare nel merito delle legittime opinioni di ciascuno e con la consapevolezza che le attività in presenza restano la strada privilegiata per interloquire con gli studenti, è del tutto evidente che in un regime emergenziale, sia servita a garantire l’istruzione a migliaia di ragazzi di ogni età, fungendo anche da punto di riferimento per la conquista di una “normalità” che più volte è sembrata lontana, quasi irraggiungibile.
Ed è stata una grande rivoluzione, che il progetto con capofila Ai.Bi. Amici dei Bambini “Panthakù. Educare dappertutto”, selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, ha deciso di cavalcare fin dal lockdown di marzo, quando i laboratori di teatro, solo per citare un esempio, sono serviti a regalare un momento di svago, oltre che di approfondimento, ai tanti alunni costretti a casa dalla pandemia.
Da lunedì 15 marzo, tutte le attività del progetto volto a contrastare la povertà educativa, riprenderanno in maniera digitale, per accompagnare i nostri giovani in una fase nuova e altrettanto complessa della loro crescita. Tutti i partner metteranno a disposizione risorse e competenze, trasformando quei laboratori che prima potevano svolgersi in presenza, in occasioni di confronto on line, di stimolo creativo e di sviluppo individuale.
Ci piace immaginare questo nuovo corso così come lo psicoanalista Massimo Recalcati auspica possa essere il volto della scuola che verrà: una scuola Telemaco, che non sarà pronta a cedere alla tentazione della vittimizzazione. “La generazione Telemaco è quella che impugna il proprio destino senza aspettare il ritorno del padre – spiega – ovvero senza identificarsi passivamente in chi ha subito un torto e deve essere risarcito”.
Insomma, la scuola dei figli che si mettono in viaggio con passione, determinazione e coraggio. Panthakù sarà, ancora una volta, al loro fianco, pronto ad assisterli nelle difficoltà, a sostenerli nel momento del bisogno e a gioire dei loro successi.
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