La Dirigente dell’IC Montalcini di Salerno traccia un bilancio del lockdown

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Che sia stato un anno a dir poco anomalo, è certo. Che la mancanza della didattica in presenza si sia fatta sentire, idem. E che i problemi non siano mancati, è chiaro. Ma Carla Romano, dirigente dell’istituto comprensivo Montalcini di Salerno, partner del progetto “Panthakù. Educare dappertutto” selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, è una donna determinata, che di certo non si lascia intimidire.

E per questo traccia una linea netta, tra pre Covid e post Covid, guardando speranzosa a un futuro sul quale pesano ancora troppe incognite. “E’ stato un periodo strano e particolare, anche difficile per le scuole – sentenzia – I mesi del lockdown sono stati molto duri per tutti, professori, famiglie e studenti. E purtroppo hanno acuito delle differenze. La famosa Dad, didattica a distanza, ha funzionato ovviamente meglio per chi disponeva di pc e tablet e di Adsl e fibra, ma ha penalizzato fortemente chi si è trovato sprovvisto di strumentazioni tecniche o quanti, con un solo computer in casa, dovevano barcamenarsi tra lezioni on line di più figli e smart working”.

Dirigente Carla Romano Montalcini di salerno

La scuola non si è fatta trovare impreparata, provvedendo al comodato d’uso per sessanta notebook distribuiti a quanti ne avevano fatto richiesta. Ma è del tutto evidente che il confronto docente-alunno è stato un dono preziosissimo da rimpiangere. “Nonostante tutto siamo riusciti ad andare avanti – racconta la dirigente scolastica – grazie al sacrificio di tutti. E con orgoglio possiamo dirci soddisfatti di aver recuperato la stragrande maggioranza dei nostri ragazzi. Naturalmente molte attività extracurriculari come Panthakù avrebbero potuto rendere meglio, così come è accaduto fino al 5 marzo, data dello stop delle attività, però non ci perdiamo d’animo e guardiamo avanti”.

Il futuro è comunque incerto: “Mi tocca stigmatizzare l’atteggiamento del Miur. E’ vero che hanno messo a disposizione fondi per le istituzioni scolastiche, ma è altrettanto vero che allo stato non ci sono stati forniti protocolli o disciplinari, quindi ancora una volta noi dirigenti veniamo lasciati soli a gestire situazioni che richiederebbero un intervento collettivo. Cosa accadrà a settembre? Il mio auspicio è che si possa tornare a lavorare dal vivo, per recuperare il contatto con i nostri giovani e tutte le belle attività che abbiamo messo finora in campo, a partire da “Panthakù. Educare dappertutto”, che finora ci ha dato grandi risultati e soddisfazioni”.

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