“Dovremo ripartire assieme”. Un pensiero per il dopo
di networkeuganeo
Cosa sta succedendo in questi giorni dietro le tende degli appartamenti, i portoncini delle villette a schiera, i cancelli delle belle case con giardino?
Gli operatori dell’assessorato al sociale di Abano stanno cercando di tenere i contatti, ad esempio con le videochiamate, con le famiglie più fragili, quelle che già stavano seguendo cercando di dare indicazioni utili ai genitori sulla gestione della quotidianità.
Ne parliamo con Virginia Gallocchio, giovane assessora alle politiche sociali del comune aponense. “In realtà, da quello che capiamo, le famiglie bene o male fino ad ora hanno trovato un loro equilibrio, anche in questa situazione – ci racconta –, il problema più grosso è quello economico, molte famiglie hanno già ricevuto la comunicazione dagli alberghi che quest’anno la stagione salta e così il lavoro stagionale su cui molti facevano conto”.
Insomma in molti casi alle preoccupazioni per la pandemia in corso si aggiunge l’angoscia per la situazione economica. E di fronte al virus, checché se ne dica, non siamo tutti uguali.
“Cerchiamo di tenere d’occhio – racconta l’assessora -, malgrado la situazione impedisca di fare visite domiciliari, i bambini che vivono in famiglie che possono avere più difficoltà, che non sono attrezzate dal punto di vista didattico e che hanno meno risorse per intrattenere i bambini. Per altro Abano vive una situazione particolare con molte famiglie immigrate anche da luoghi vicini, ma che non possono contare sulla rete parentale di supporto. E sono proprio le famiglie che hanno figli piccoli”.
Come ne usciremo?
“La grande lezione che possiamo trarre da questa situazione – ragiona l’assessora Virginia Gallocchio – è che da soli non si va da nessuna parte. E il progetto Network Euganeo può dare un grande contributo in questo senso, rappresenta uno strumento per ripartire assieme. Abano ha molte risorse sociali ed economiche, ma deve imparare a fare rete e in questi mesi il Network ha dato un ottimo contributo – dimostrando di essere un valore aggiunto importante – nello stimolare la conoscenza reciproca, mettendosi attorno ad un tavolo e pensando assieme, costruendo relazioni che rimangono. Anche a me personalmente è servito molto”.
“Per altro – confida Virginia Gallocchio in chiusura – Network euganeo, lavorando sulla prevenzione del disagio e orientando la sua azione su tutta la comunità, ha offerto degli stimoli nuovi agli operatori del sociale che sono spesso costretti a lavorare sulle urgenze dei singoli casi”.
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