Per una scuola che accolga. L’impegno dell’Università di Padova nel Network euganeo
di networkeuganeo
Incontriamo Irene Mammarella, docente di psicologia dello sviluppo, nel suo studio nei nuovi edifici dell’Università in via Venezia. Sorridente e paziente ci spiega i suoi interessi di ricerca nel campo dei disturbi dello sviluppo e dell’apprendimento e del loro impatto sulla scuola. Un tema negli ultimi tempi molto dibattuto, osserviamo: “non è tanto che questi disturbi siano aumentati – ci spiega la docente –, è che ora si pone più attenzione, una volta magari il problema veniva liquidato classificando un bambino come svogliato, ora si cerca di comprendere i motivi, c’è più sensibilità”.
All’interno del progetto Network euganeo il team della professoressa Irene Mammarella è impegnato in un’azione particolare: “comprendere i fattori emotivi legati all’apprendimento e supportare gli insegnati a gestirli”. “Le prove in cui sono previste delle valutazioni nel mondo della scuola possono suscitare apprensioni – esemplifica la docente –, un compito, un’interrogazione, soprattutto nella scuola primaria quando i bambini si affacciano per la prima volta a questo mondo. Noi cerchiamo di aiutare gli insegnanti a comprendere gli aspetti emotivi legati all’apprendimento e a sostenere i bambini nelle prove che hanno di fronte anche attraverso una didattica più partecipata e coinvolgente, proponendo delle tecniche che rendano più piacevole l’apprendimento”.
“Ci sono delle interrelazioni – conferma Irene Mammarella – tra le difficoltà emotive legate all’apprendimento e il livello sociale e culturale delle famiglie. Nelle famiglie che con più difficoltà riescono a seguire i bambini e più deprivate culturalmente, più di frequente i bambini possono sviluppare delle difficoltà emotive e comportamentali nell’affrontare le prove scolastiche”.
“Dopo gli incontri con gli insegnanti in cui spieghiamo gli obiettivi generali del nostro intervento inizia il supporto con colloqui, consigli e anche la nostra presenza, come osservatori, nelle classi. Molto spesso gli insegnati sono soli a fronte di situazioni anche difficili – osserva la docente – e non sempre hanno a disposizione gli strumenti per affrontarle, per questo il nostro supporto viene accolto di buon grado”. Il gruppo di psicologi guidati da Irene Mammarella interviene quest’anno nella scuola Manzoni di Abano, mentre l’anno prossimo è atteso nella scuola primaria di Teolo.
“I risultati di quello che stiamo facendo a Abano e che l’anno prossimo faremo a Teolo – sottolinea Irene Mammarella – verranno testati: abbiamo somministrato dei test e dei questionari all’inizio dell’anno sia sugli aspetti e motivi che contenutistici e alla fine dell’anno li riproporremo così saremo in grado di capire se e in che misura il nostro intervento è stato efficace”.
Il lavoro che il gruppo di psicologi dell’Università di Padova all’interno del Network euganeo è finalizzato anche alla costruzione di un modello di intervento, un manuale delle buone pratiche, a cui stanno lavorando assieme psicologi e insegnanti, per costruire una scuola meno respingente e più accogliente.
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