Il doposcuola alla scuola Pascoli di Abano. Tasselli di alleanza educativa

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Mariagrazia Perria, educatrice con una salda esperienza, ci parla del doposcuola alla Pascoli di Abano, e attraverso la sua voce scorgiamo dentro le tre classi, in tutto 45 bambini, le diverse storie, le difficoltà e le risorse. I gruppi sono stati formati inizialmente in base alla classe di appartenenza per poi essere rivisti in funzione dei bisogni dei bambini, emersi grazie alla loro conoscenza ed al confronto con le maestre.

L’attività di doposcuola, inserito nel Network euganeo e promosso dalla cooperativa Progetto now, è stata avviata nel mese di ottobre grazie alla collaborazione con la dirigente dell’istituto comprensivo Vittorino da Feltre, le insegnanti della scuola Giovanni Pascoli, nonchè dell’assessore all’istruzione della città di Abano Terme. Il servizio ha avuto inizio nel mese di ottobre e proseguirà fino a fine maggio. Le attività sono gestite da tre educatici, Maria Grazia Perria, Sara Fiorani e Giulia Beriotto. Le attività iniziano alle 13 con il pranzo e finiscono alle 16, e già con il cibo che si portano da casa è possibile intravedere la cura o le fragilità che il bambino si porta dietro.

“C’è una grande collaborazione con gli insegnanti, cosa per nulla scontata, e cerchiamo molto la comunicazione con i genitori – racconta Mariagrazia -, quando emerge un problema ci confrontiamo per capire come affrontarlo insieme”.

Il lunedì Mariagrazia dedica un’ora al colloquio con i genitori, “per condividere eventuali problemi che intravediamo e dare dei consigli, è importante che i genitori comprendano che il doposcuola rappresenta un contesto educativo al pari della scuola”. Un elemento quest’ultimo che gli insegnanti per primi hanno ribadito in più di un’occasione con i bambini ed i genitori.

“Finito di mangiare i bambini giocano un poco, gli aeroplanini di carta sono la loro specialità – racconta ridendo l’educatrice della Cooperativa Progetto now – e poi affrontano i compiti. Ci tengo che li facciano anche per sgravare i genitori di un incombenza e per dare respiro ai bambini nelle ore che rimangono della giornata, ma la priorità è il loro benessere. Se noto che un bambino è stanco o mostra segni di disagio prima di tutto cerco di comunicare con lui, di instaurare una relazione ”.

Autonomia e responsabilità sono le parole chiave, “prima che sia io ad aiutarli con i compiti, li sprono a tentare da soli” esemplifica Mariagrazia.

“Prima di tutto le regole – precisa Marigrazia -, solo con le regole ben chiare poi si riesce a dialogare, e con le regole possono emergere le situazioni. Ti faccio un esempio: guardo i compiti alla fine del doposcuola, uno per uno, e devono stare in fila ad aspettare, apprendendo la pazienza e imparando a gestire l’ansia. E’ uno dei momenti in cui puoi capire cosa non va”.

Emergono tante storie dal racconto di Mariagrazia, che evidentemente, con le altre operatrici del doposcuola, su ogni singolo caso in cui emergono difficoltà si confronta con le insegnanti per parlare poi con i genitori. “Davanti ad un bambino che non riesce a gestire l’ansia o la rabbia, o che usa espressioni pesanti, metti da parte i compiti e cerchi il dialogo e provi a capire. Alle volte mettendosi d’accordo con un genitore si riesce a venirne a capo”.

La collaborazione tra i diversi soggetti – educatori, insegnanti, dirigente scolastico, referenti comunali – è uno degli aspetti positivi di questa esperienza che più appassiona Mariagrazia, concordiamo di descriverlo come “un’esperienza di alleanza educativa”. E non ci sembra poca cosa.

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