Gli “Innesti” che portano frutto
di Comunicazione NEST
Durante il periodo estivo, in collaborazione con il NEST, è stato attivato il progetto Innesti con l’obiettivo di provare a ricucire lo strappo nella continuità educativa venutosi a creare a causa dell’emergenza sanitaria ed il conseguente lockdown.
A Napoli si è deciso di implementare due laboratori con due gruppi di bambini, già presi in carico con il progetto Nest, di età comprese tra i 3 ed i 6 anni. Di seguito il report di uno dei laboratori proposti.
Le attività del campo estivo 2020 sono iniziate a luglio. I bambini che partecipano alle attività del martedì e del giovedì sono 5, di cui 3 maschi e 2 femmine, e sono coinvolti in due laboratori: il Laboratorio di costruzione di giochi e L’arte come gioco, il gioco come arte. Le due attività laboratoriali si sono alternate nelle due giornate di campo estivo.
Il Laboratorio di costruzione di giochi è un laboratorio che propone ai bambini la possibilità di sperimentare l’uso di diversi materiali con i quali costruire giochi individuali e collettivi. Durante gli incontri dedicati a questa attività i bambini hanno costruito delle macchinine con motore ad aria, realizzate in cartone e capaci di camminare da sole grazie all’aria fuori uscita da un palloncino; il gioco della pesca: ogni bambino ha costruito una canna da pesca in legno e dei pesciolini, realizzati in polistirolo, da pescare con un gancio in fil di ferro; nell’ultimo incontro è stato costruito il gioco del memory: bambini e adulti hanno realizzato 20 coppie di disegni uguali su tessere di cartone con le quali è stato possibile giocare.
L’arte come gioco, il gioco come arte è un viaggio nell’universo esplorato da alcuni artisti contemporanei. Durante le giornate di laboratorio, i bambini si sono misurati con l’arte di Fernand Léger, Bruno Munari, Paul Klee e Maurits Corneluis Escher. Abbiamo realizzato un totem con le nostre sagome a grandezza naturale, rubando a Léger le idee legate alla scomposizione e sovrapposizione dei corpi e degli oggetti. Abbiamo scoperto insieme qual è il metodo progettuale con il quale costruire un oggetto con la regola di crescita di un albero, secondo cui ogni ramo che segue è più sottile del ramo che precede, seguendo le linee di ricerca di Munari. Ci siamo divertiti a comporre, modificare e unire città assemblando forme geometriche semplici, realizzate e colorate in grande formato su carta da imballaggio, addentrandoci così nell’idea di Klee, secondo cui l’arte non è rappresentazione della realtà ma indagine dei meccanismi profondi della natura. Nell’ultima giornata di laboratorio ogni bambino ha realizzato un caleidociclo, un modello piegato su carta che collega 6 tetraedri su bordi opposti di un ciclo. Una struttura che riproduce tridimensionalmente la divisione ciclica del piano e le esplorazioni fatta da Escher rispetto alla tassellatura dello spazio, all’uso razionale dei poliedri e alle distorsioni geometriche.
Durante la giornata di campo estivo lo spazio dedicato ai laboratori non ha superato l’ora e mezza, un tempo che con bambini di questa età è già abbastanza lungo. Nel resto del tempo i bambini hanno espresso spesso il bisogno di fare giochi di movimento, correre, saltare, rincorrersi, acchiapparsi. In ognuno di questi momenti, che siano laboratoriali o di gioco non strutturato, i bambini sono apparsi sereni e felici di fare quello che stavano facendo. Hanno seguito le attività proposte con entusiasmo e partecipato attivamente ad ogni fase di organizzazione e realizzazione.
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