Il servizio multidisciplinare di NEST a supporto di bambini e famiglie

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Nest è un progetto d’equipe: a livello micro, lo staff è composto da educatori, psicologi e assistenti sociali che, in base ad una programmazione costruita a partire dai bisogni dei beneficiari, collaborano con pediatri, nutrizionisti, esperti di lettura, di musica, di ginnastica, di coding, ecc. A livello macro, il progetto si alimenta di un partenariato vasto e variegato composto da enti diversi che si occupano di famiglie – e non solo – secondo approcci differenti.

L’equipe multidisciplinare è una delle principali fonti di forza e arricchimento dell’intero progetto rispetto al tipo di offerta proposta alle famiglie. Poter contare su “esperti” di vari settori, infatti, permette una presa in carico globale del nucleo familiare che tenga dentro aspetti prettamente pedagogici così come questioni sociali, economiche, psicologiche. I diversi “pezzi” sono in continua comunicazione, cosa che rende il processo di gestione dei casi molto più agevole, veloce e fluido.

L’hub Nest di Napoli è collocato in una scuola dell’infanzia, con spazi posti su diversi livelli: al piano terra si trovano gli spazi dedicati all’attività di front ed alle attività di gruppo per i genitori; al piano superiore, invece, c’è un grande salone dedicato alle attività con i bambini ed ai laboratori. Al piano terra lavorano soprattutto le assistenti sociali e la psicologa, nonché gli esperti “dedicati” agli adulti, mentre al piano più alto gli educatori e gli esperti esterni che implementano attività per i bambini. Tale divisione è però soltanto spaziale dal momento che l’intera impalcatura progettuale (dalle attività, agli strumenti di monitoraggio, all’organizzazione di gruppi e colloqui) è pensata per assicurare continuità tra un livello e l’altro, tra un piano e l’altro. Gli operatori di front partecipano alle attività con i bambini così come gli educatori prendono parte ai momenti di gruppo ed ai colloqui individuali di accesso delle famiglie e di monitoraggio. Questa collaborazione, assolutamente non scontata, è ormai chiara a tutti, operatori ed utenti. Ne sono prova i bambini che, ogni giorno, prima di andare via chiedono alle mamme di passare a salutare chi è in ufficio al piano terra o si aspettano di trovare le operatrici ad accoglierli all’ingresso.

La presenza di professionalità diverse, inoltre, permette di poter proporre alle famiglie attività anche molto differenti tra loro. Pensando a quelle con i genitori, è possibile spaziare dal “classico” gruppo di parola con la psicologa a meno consuete attività di make-up con una truccatrice, a incontri di sensibilizzazione con nutrizionista, ginecologhe o pediatri, ad incontri con operatori CAF. La multidisciplinarietà degli interventi è, allo stesso modo, presente anche nella programmazione pensata per i più piccoli, dalla musica alla ginnastica, dalla psicomotricità alla lettura precoce, dalla pittura al conding. Un aspetto centrale è, anche in questo caso, la costante ricerca di continuità tra programmazione adulti e programmazione bambini: se, per esempio, i più piccoli “lavorano” sul rispetto attraverso il laboratorio di ginnastica, ai “grandi” è offerto un incontro di sensibilizzazione sul tema della violenza di genere; se i bambini si cimentano in una lettura che affronta il tema della corretta alimentazione, i genitori prendono parte ad un incontro con la nutrizionista.

Riteniamo che in questo modo sia possibile amplificare e potenziare gli effetti del lavoro nella convinzione che il bambino sia parte di un sistema familiare che mai può essere tenuto fuori dall’organizzazione del piano educativo né, tanto meno, dalla messa in opera delle singole attività educative.

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