I “gruppi di parola”

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Una delle attività che meglio rappresenta l’approccio e la metodologia dell’hub Nest di Napoli è quella dei gruppi di parola con educatore e psicologa.

Il lavoro di Nest si fonda sull’assunto di base per il quale tutti gli interventi a favore del bambino devono puntare sempre anche al coinvolgimento diretto della famiglia, dei genitori del bambino stesso. La sottoscrizione del patto di reciproco impegno e responsabilità al momento della presa in carico (il tempo zero) sancisce l’attivazione dell’intera rete familiare nel percorso educativo pensato per il minore. Operatori e genitori strutturano insieme un percorso individualizzato che tenga conto di bisogni, necessità e risorse di ogni attore coinvolto. L’inserimento del bambino in attività ad alta densità educativa si accompagna sempre alla partecipazione del genitore alla vita dell’hub, dai gruppi di sostegno alla genitorialità, agli incontri individuali di monitoraggio e orientamento sul territorio, dagli incontri con gli esperti, agli appuntamenti con CAF e Servizi Territoriali.

Settimanalmente, sia per i genitori dei bambini iscritti al SEC, sia per quelli dei bambini iscritti alle attività pomeridiane 3-6 anni, vengono organizzati gruppi di parola finalizzati al sostegno alla genitorialità ed al confronto attivo tra le famiglie. Con cadenza mensile ai gruppi partecipano gli educatori che, parallelamente, seguono i percorsi dei bambini. La presenza dell’educatore è sempre un’occasione importante per i genitori che, oltre a porre domande specifiche sui singoli bambini, hanno la possibilità di conoscere quello che succede quando sono assenti. L’educatore racconta dell’organizzazione generale delle attività, del modo in cui sono scandite le giornate al nido o ai laboratori ed in questo modo offre alla famiglia la possibilità di “portare a casa” suggerimenti e consigli. Allo stesso tempo l’educatore ha la possibilità di arricchire il suo intervento grazie al racconto dei genitori, così come di venire a conoscenza di aspetti che, dalla sola osservazione del bambino, restavano magari poco chiari e privi di senso. È in questo modo che l’integrazione tra aspetti prettamente educativi ed aspetti sociali e socio-relazionali trova corpo e possibilità di realizzazione.

Si assiste spesso ad un atteggiamento profondamente ambivalente da parte dei genitori rispetto alla partecipazione del bambino alle attività “scolastiche”. Vi sono famiglie curiose che pongono domande frequenti così come famiglie che sembrano delegare totalmente l’educazione dei bambini alla scuola e si mostrano poco interessate al percorso dei minori. La metodologia adottata dall’hub Nest di Napoli vuole, in qualche modo, rispondere sia all’una sia all’altra tendenza. Si dà modo ai genitori maggiormente interessati di conoscere quanto accade a scuola ma lo si fa in uno spazio ed in un tempo fisico e simbolico adeguati (la maggior parte delle comunicazioni, spesso frettolose e a rischio di fraintendimenti, avviene “sulla porta” nei momenti di accompagnamento dei bambini) e, allo stesso modo, si tenta di “tirare dentro” i genitori meno coinvolti mostrando loro l’importanza della partecipazione attiva nel percorso educativo dei figli.

Durante il secondo anno di progetto, prima che la pandemia costringesse alla chiusura del servizio, si era strutturata, in modo assolutamente spontaneo, quella che avevamo definito “la sfilata dei bambini”. Il lungo corridoio che separa SEC e uffici era diventato la passerella dei più piccoli che, terminata la giornata al nido, si affrettavano a correre tra le braccia delle operatrici di front-office per salutare e raccontare quanto fatto al mattino. Metaforicamente, quindi, anche i bambini sembravano aver colto il senso della profonda connessione tra “su” e “giù” (su è il luogo dell’educazione, del nido – giù è il luogo degli adulti, dello sportello per la famiglia), della connessione tra aspetti educativi e sociali, tra educatori e assistenti sociali, tra bambini e famiglie.

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