Cosa fare in emergenza per superare le distanze

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In un periodo come questo, di crisi e pandemia, di messa in discussione dei modi a noi conosciuti di agire e relazionarsi, in cui tutto cambia e si riorganizza, non è facile orientarsi né ripensare il nostro lavoro, un lavoro che si è modificato, come tutto intorno a noi.
Così nei progetti Nest e Innesti si è pensato un nuovo modo di lavorare nel sociale, di accompagnare le famiglie a distanza, per non lasciare nessuno solo, nella consapevolezza di quanto, in questa fase, l’isolamento sia ancor più rischioso e diffuso.

Se già in questa società sia da sempre complesso, per chi ha difficoltà di qualsiasi natura, stare al passo con i tempi, tra burocrazie, procedure, spese del vivere quotidiano, oggi, con il loockdown, la paura, la perdita di lavoro, le restrizioni, le norme sanitarie, le relazioni a distanza, i cambiamenti tutti, hanno reso sempre più fondamentali e centrali i nostri interventi. Le attività di sostegno alla genitorialità e l’accompagnamento ai servizi, le consulenze educative e i colloqui di sostegno psicologico, gli aiuti concreti e materiali e il puntuale e costante lavoro di informazione corretta e chiara sulla situazione nazionale, le norme e le indicazioni via via elaborate e diffuse.

Attraverso i nostri progetti, Nest ed Innesti, abbiamo provato a soddisfare gli accresciuti bisogni delle famiglie strutturando un intervento, prima a distanza e poi in contingentata presenza, che prevede l’accompagnamento diretto dei nuclei, integrato e in rete, sia individuale che in piccoli gruppi fissi. Un intervento che si avvale di maggiori tecnologie, di esperti e consulenze a distanza e di servizi specifici della rete, raggiungendo non solo tutte le famiglie attualmente in incarico ma riaccogliendo anche prese in incarico passate e nuovi nuclei.

Oltre che quanto sopra illustrato, si è reso doveroso incrementare i sostegni materiali, sempre più necessari, che non si riferiscono più solo a bisogni eccezionali ma anche bisogni di base come la spesa, i prodotti di cura ed igiene dell’infanzia, i vestiti, le spese mediche, il materiale scolastico ed altro. Le risposte a questo bisogno sono state date a partire della messa in rete, fortificata e incrementata, di relazioni territoriali tra servizi, ricerca di bonus, sussidi e altri dispositivi straordinari stanziati attraverso budget eccezionali messi a disposizione da finanziatori, cooperative ed associazioni interne o connesse ai progetti.

L’hub romano di Nest dall’inizio del lookdown ad oggi ha seguito e sostenuto oltre 80 nuclei, fornito oltre 15 tessere della spesa, 25 pacchi alimentari, 25 buste di vestiti e pacchi bebè, oltre 30 tra consulenze educative e psicologiche e oltre 20 accompagnamenti ai servizi e altrettanti accompagnamenti sanitari di vario genere.

Le attività educative dirette a minori e adulti hanno invece preso più direzioni. A distanza attraverso schede, video, suggerimenti, link, diffusi tra social e chat e in piccoli gruppi con una necessaria linea comune: il coinvolgimento diretto del genitore come guida, mediatore, compagno di gioco.
Queste attività hanno interessato tutte le sfere solite di attenzione proposte dai progetti, a partire dalla psicomotricità, la lettura, la musica, la manipolazione e molto altro, incrementando molto le iniziative all’aria aperta, i giochi a distanza e l’uso di zone pubbliche come parchi e cortili.

Queste proposte, intrecciate con i bisogni e il coinvolgimento costante dei partecipanti, che sono parte attiva nelle iniziative, continua a tutt’oggi, in un costante divenire. Nonostante l’influenza delle norme e delle restrizioni date dall’andamento dei contagi, stiamo trasformando questo periodo complesso e di grande cambiamento, per grandi e piccini, in una nuova sfida, piena di stimoli, senza rinunciare ai momenti di incontro, in sicurezza, né al benessere complessivo ed integrato di ognuno.

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