Il Coding. Nell’hub NEST di Napoli laboratorio per bambini da 3 a 6 anni.

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Curiosità, entusiasmo, scoperta, emozione, sono stati gli ingredienti che hanno caratterizzato gli incontri del laboratorio sperimentale di coding rivolto a bambini da 3 a 6 anni.

Quando lo staff dell’Hub di NEST ha affisso sulla bacheca il calendario delle attività del mese di marzo le mamme sono state molto incuriosite dal termine “coding”. Per questo le educatrici hanno organizzato un incontro con l’esperto di coding che ha spiegato ai genitori l’attività con esempi pratici.  Grazie alla presenza di Coko, Mind e di tutti i robot che ormai, come dicono i bambini, fanno parte del loro gruppo anche le mamme sono diventate parte attiva dell’incontro, rimanendo incantate da questi giochi “diversi”, accessibili economicamente e soprattutto capaci di insegnare qualcosa ai loro bambini.

Tuttavia, nonostante l’entusiasmo dimostrato da bambini e genitori sin dal primo incontro, durante il laboratorio sono emerse diverse criticità. Benché il materiale proposto durante le attività fosse adeguato alla fascia di età, i bambini hanno avuto qualche difficoltà a comprendere il funzionamento dei giochi e a capire istruzioni semplici come avanti, dietro, destra o sinistra. Ciò ha spinto l’esperto e l’educatore a ripensare le attività, tarandole sulle diverse esigenze e capacità dei piccoli partecipanti. In particolare, tramite un’attività motoria mirata alla comprensione dei comandi “destra” e “sinistra”, “avanti” e “indietro”, si è riusciti pian piano a permettere ai bambini di partecipare attivamente alle diverse fasi del laboratorio e di conseguenza di fare progressi. Questo ha rafforzato l’entusiasmo dei partecipanti e ha consentito agli educatori di lavorare su lacune pregresse, sull’autostima dei bambini e sulla coesione del gruppo.

Il coding mira a rafforzare il pensiero computazionale che consente di sviluppare un nuovo approccio alla risoluzione dei problemi e di mettere i bambini nella condizione di poter lavorare con costanza a problemi difficili, tollerare l’ambiguità, essere in grado di comunicare e lavorare con gli altri per raggiungere un obiettivo o una soluzione comune. Le attività proposte dal laboratorio, quindi, mirano a rafforzare nei bambini non solo abilità pratiche, manuali, logiche e innovative ma anche a consolidare le competenze trasversali. Attraverso il coding i bambini possono maturare l’attitudine a risolvere problemi più o meno complessi e a vivere diversamente la tecnologia che è oramai parte integrante della loro quotidianità sia sotto forma di svago che come strumento di conoscenza.

Nel laboratorio la presenza di un ausilio robotico assume un ruolo centrale poiché consente di catturare l’attenzione dei bambini e, nel contempo, li spinge a programmare e quindi a dettare una serie di istruzioni precise che il robot è in grado in decifrare trasformando il comando in azione e movimento, dando un immediato feedback ai partecipanti circa la propria capacità di fare. Per poter trasmettere le giuste informazioni al robot c’è bisogno di parlare lo stesso linguaggio ed è qui che entrano in gioco le capacità logiche, il problem solving e il lavoro di gruppo. Giocando ci si diverte, ma in primo luogo si acquisiscono nuove conoscenze attraverso gli approcci learning by doing e learning by play, rafforzando nei partecipanti capacità trasversali che potranno essere applicate ad ogni ambito della loro vita.  Un robot non è altro che un oggetto inerte e immobile senza il nostro aiuto; per prendere vita ha bisogno di essere “istruito” e programmato a seconda del tipo di utilizzo che ne dobbiamo fare.  Il coding in questo senso contribuisce a creare una simmetria nel rapporto tra i bambini e la tecnologia, facendoli sentire non fruitori passivi della stessa ma protagonisti attivi, restituendo alla tecnologia il ruolo di strumento che deve essere gestito allo scopo di raggiungere determinate finalità.

 

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