Alleanze educative per sostenere la genitorialità

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Creare e mantenere una serie di alleanze educative per sostenere la genitorialità. Questo il tema al centro del seminario organizzato da Crea cooperativa sociale a Viareggio il 30 ottobre. Il pubblico numeroso di genitori, assistenti sociali, educatori e insegnanti ha confermato l’interesse per l’argomento, come era avvenuto per Giovani sfide, il primo appuntamento dedicato alla formazione per gli adulti nell’ambito del progetto Manchi solo tu.

Una formazione che prosegue nel mese di novembre, grazie al ciclo di incontri Crescere insieme con mio figlio, con tre appuntamenti dedicati ai genitori di figli preadolescenti.

Il percorso è condotto da Giovanna Tambasco, psicologa dell’età evolutiva della cooperativa sociale EbiCo, uno spin-off dell’Università di Firenze che offre servizi nell’ambito psico-socio-educativo, anche in relazione ai fenomeni di bullismo, cyberbullismo e comportamenti aggressivi a scuola.

La cooperativa EbiCo è uno dei partner operativi del progetto Manchi solo tu.

Giovanna Tambasco, psicologa, al seminario "Sostenere la genitorialità", di Crea cooperativa sociale grazie al progetto Manchi solo tu
Giovanna Tambasco al seminario Sostenere la genitorialità

I servizi per i minori della cooperativa Crea

In apertura del seminario, l’intervento di Vera Caruso, presidente di Crea, che ha ripercorso la storia della cooperativa dalla nascita nel 1982, fino ai nuovi progetti e agli investimenti per l’accreditamento dei servizi e delle strutture in tutta la provincia di Lucca.

I servizi socio-educativi per i minori della cooperativa riguardano l’infanzia e l’adolescenza, l’ambito scolastico e i centri di aggregazione sul territorio, la comunità residenziale per i ragazzi in difficoltà. Esperienze che sono state descritte da Luca Manfredini, coordinatore dei centri I Kamaleonti e CeccoRivolta di Camaiore e da Carla Bonetti, coordinatrice della Comunità Alloggio di Viareggio.

“Essere genitori significa ascoltare, interessarsi alla vita dei figli, mostrare empatia senza per questo diventare simile ad un amico adolescente – ha sottolineato Luca Manfredini – fare attenzione al loro stato emotivo e mettersi a disposizione per la risoluzione dei problemi”.

Quando la famiglia non ce la fa, a Camaiore entrano in gioco i centri di aggregazione che vantano un’esperienza ormai ventennale. Col patto-contratto stipulato fra la scuola, la famiglia, il centro di aggregazione e il minore, quest’ultimo s’impegna a frequentare regolarmente le attività pomeridiane offerte dalla cooperativa Crea.

A Viareggio la Comunità Alloggio, oggi gestita in regime di concessione, dal 1991 accoglie giovani inviati dal Tribunale dei minorenni. Dall’inizio del 2019 è stato riattivato il Centro diurno, per minori seguiti dai Servizi sociali. Alle verifiche periodiche partecipano anche i familiari dei ragazzi e la struttura offre spazi e tempi per favorire l’incontro minore-genitore, al fine di valorizzare gli aspetti positivi del loro rapporto.

Andrea Peruzzi, responsabile della progettazione della cooperativa, ha illustrato il progetto Manchi solo tu grazie al quale è rinato il centro di aggregazione a Piano di Conca, sono stati attivati i laboratori scolastici, gli operatori di strada a Camaiore ed è nato il primo torneo di calcetto Coppa il più e il meglio.

Un nuovo centro di aggregazione è previsto anche a Viareggio, nella frazione di Torre del Lago, in collaborazione col Comune di Viareggio che è partner del progetto.

 

Gabriele Tomei, assessore alle Politiche sociali del Comune di Viareggio, al seminario "Sostenere la genitorialità", di Crea cooperativa sociale grazie al progetto Manchi solo tu
Gabriele Tomei, assessore alle Politiche sociali del Comune di Viareggio, con Vera Caruso e Andrea Peruzzi di Crea

L’alleanza educativa promossa dalla scuola

Di responsabilità sociale della scuola ha parlato Nella De Angeli, dirigente dell’istituto comprensivo Don Milani-Non uno di meno di Viareggio. Situato in un quartiere periferico e popoloso, l’istituto si è posto al centro della vita culturale e educativa del territorio, collaborando con soggetti pubblici e privati e le associazioni, coinvolgendo le famiglie in attività di volontariato e di promozione dell’intercultura. La corresponsabilità educativa ispira le attività della scuola, per formare i giovani cittadini di domani insieme alla comunità educante che li circonda.

Il sostegno alla genitorialità in Toscana

Ospiti del seminario, anche Maurizio Parente e Roberto Ricciotti del Centro regionale di documentazione e analisi per l’infanzia e l’adolescenza di Firenze – Istituto degli Innocenti.

Parente ha spiegato come la povertà educativa si relazioni con diversi fattori di contesto, primo fra tutti la povertà economica. Per combattere l’esclusione sociale dei minori e delle famiglie fragili, la Regione Toscana ogni anno assegna i Fondi famiglia alle Zone Distretto e alle Società della Salute.

Il modello d’intervento è quello delle équipe territoriali multidisciplinari, con particolare riferimento alla partecipazione degli specialisti dell’area sanitaria: neuropsichiatria infantile e psicologia.

Anche in Toscana è attivo P.I.P.P.I., un programma di intervento multidimensionale, promosso dal Ministero del lavoro e delle Politiche sociali, a sostegno delle famiglie nel compito di garantire ai figli il necessario benessere durante il processo di crescita e sviluppo.

Ricciotti ha tracciato un quadro demografico preoccupante: l’indice di riproduttività italiano (1,24 figli) non garantisce il ricambio generazionale e questo trend di denatalità ha ormai contagiato anche gli immigrati residenti nel nostro Paese.

Sono circa 27mila i minori toscani presi in carico dai Servizi sociali, dei quali mille sono quelli stranieri non accompagnati. I minori che vivono fuori dalla famiglia per decisione dell’Autorità giudiziaria sono 2.100 e 615 di questi sono ospitati in strutture residenziali.

In Toscana e in particolare in Versilia, i giovani si trovano bene con i propri pari e con la famiglia. L’indice di benessere relazionale regionale è al 56,8 e solo il 18 per cento vorrebbe cambiare il rapporto coi propri genitori.

Sessualità e psicologia degli adolescenti

Se dalle ricerche condotte dall’Istituto degli Innocenti emerge che gli adolescenti lamentano di non riuscire a parlare di sessualità in famiglia, il dato è stato confermato da Cristina Grandi, ostetrica nei consultori dell’Asl Toscana Nord Ovest.

Durante la crescita, i bambini e poi i ragazzi si trovano ad affrontare la questione dell’identità di genere e poi dell’identità sessuale. Fra imput esterni e stereotipi, si tratta di un processo di sviluppo delicato, nel quale va promosso il ruolo dei consultori pubblici e degli incontri formativi nelle scuole.

Dall’osservatorio dell’Ufsmia – unità funzionale salute mentale infanzia adolescenza dell’Asl Toscana Nord Ovest, la psicologa Lucia Marconi ha spiegato come siano in aumento la richiesta di accesso ai servizi di salute mentale nella fascia d’età infantile. 

Si riscontra una difficoltà nell’esercizio del ruolo genitoriale, ovvero di colui o colei che stabilisce regole, limiti, che mostra il comportamento e l’interpretazione della realtà nell’ottica di una sana relazione adulto-bambino.

È il genitore amico se non addirittura avvocato dei propri figli, che rischia di provocare nel giovane un innaturale prolungamento della condizione adolescenziale.

 

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