Ci vuole un nido sicuro per spiccare il volo

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Ai Castelli romani un’associazione di volontari e una casa di accoglienza accompagnano le mamme con bambini verso l’autonomia

 

La rete di MamHabitat si estende e genera a cascata un proliferare di azioni virtuose.

Succede ai Castelli romani dove un gruppo di persone, incontratesi quasi casualmente qualche anno fa con l’obiettivo di aiutare alcune famiglie siriane arrivate in Italia dai corridoi umanitari, sono diventate un punto di riferimento consolidato nell’ingranaggio di MamHabitat e hanno trasformato il loro desiderio di fare del bene in una vera e propria struttura di accoglienza.

“Come gruppo esistiamo da un po’ ma ci siamo costituiti in una associazione poco meno di un anno fa, proprio per poter essere un referente strutturato del mondo istituzionale e di altri soggetti operanti nel sociale”.

A raccontare la nascita e gli obiettivi dell’Associazione “IPA – Insieme Per l’Accoglienza” è Sergio, il presidente, che, insieme alla moglie, Michela, e agli altri 7 soci, è riuscito a trasformare un pensiero e un desiderio in una operazione molto concreta: la ristrutturazione di un’ala non utilizzata di una struttura di frati nella provincia di Roma in una casa di accoglienza dotata di 5 stanze con bagno privato, spazi comuni e un giardino che è diventato un luogo di incontro non solo per i nuclei ospiti della casa ma anche per famiglie che vengono da fuori e che gravitano su quel territorio.

“Si chiama Casa La Rondine– racconta Margherita che, insieme al marito Mattia, si occupa principalmente della raccolta fondi e della comunicazione dell’associazione – e, dopo aver intercettato il progetto MamHabitat, è diventata un luogo dove i nuclei mamma-bambino possono trascorrere un periodo di tempo prima di spiccare il volo verso l’autonomia”.

“Abbiamo intercettato MamHabitat nel 2021, grazie all’incontro con Salvatore Carbone della Rete Mam&Co”, racconta Michela. “Attraverso di lui siamo entrati in contatto con la Nuova Arca e altri partner del progetto che ci hanno guidato nei primi passi, fino alla prima accoglienza di un nucleo mamma-bambino avvenuta nel giugno 2022. Ora ne stiamo aspettando altri che arriveranno a breve”.

“Non siamo una casa famiglia, e per questo non abbiamo operatori sociali”, dice Sergio. Inoltre non vogliamo sovrapporci a chi per professione è impegnato in questo settore. Ci piace pensare di essere come una grande famiglia di appoggio, un nido, insomma, che sostiene e accompagna chi vive una fase di vita particolarmente complessa e difficile, verso la totale autonomia. Da qui, infatti, il nome della casa. Il nostro impegno è a titolo gratuito, anche perché abbiamo tutti una nostra attività lavorativa e non dobbiamo vivere di questo”.

“MamHabitat – dice Margherita – ci ha aperto alla possibilità di metterci in rete con altre situazioni di accoglienza e di fare da ponte con altre realtà vicine a MamHabitat. Così, nell’autunno scorso abbiamo deciso di aderire alla Rete Mam&Co e di diventare un punto di riferimento anche per altre realtà, mantenendo comunque il focus sui nuclei mamma-bambino”.

Un duplice obiettivo dunque: da una parte rappresentare un aiuto concreto per mamme sole con bambini, non solo per l’accoglienza ma anche per la costruzione di una solida autonomia futura che si concretizza attraverso la ricerca di un lavoro e di una casa in affitto, e dall’altra creare una rete di sostegno per questi nuclei, fatta di operatori sociali ma anche di individui che scelgono di dedicare tempo e risorse in questa forma di volontariato.

“La creazione di una rete è il cuore del nostro progetto”, dice Sergio. “E il progetto MamHabitat, su questo fronte, è stato un vero e proprio apripista: ci ha aiutati per gli aspetti pratici, ci ha formati e continua a farlo e rimane per noi un importante punto di riferimento”.

Qui il sito dell’associazione di volontari.

 

 

 

 

 

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