Microcredito, la residenza fittizia non è più un problema

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Modesta Valenti, era una donna senza dimora, originaria di Trieste e che per qualche sconosciuto motivo morì a Roma, nel gennaio del 1983. Dopo l’ennesima notte passata al gelo, si è sentita male e alcuni passanti hanno chiamato un’ambulanza. I sanitari soccorritori si sono però rifiutati di soccorrerla a causa delle sue scarse condizioni igieniche.

Modesta è morta dopo quattro ore d’agonia e dopo che vari ospedali si sono rimbalzati tra loro la responsabilità di prenderla in carico. L’Autorità Giudiziaria ha sequestrato la salma e ne ha concesso il nulla osta solo undici mesi dopo.

Nel 2002 Modesta Valenti diventa un nome istituzionale, perché da quel giorno la città di Roma ha intitolato a questa donna la residenza fittizia in favore dei senza fissa dimora, un istituto legalmente riconosciuto che garantisce la continuità di fruizione dei diritti civili.

Così, da 20 anni a questa parte, a Roma anche a chi non ha una casa e vive in situazioni di estrema precarietà viene riconosciuta una residenza e i vari diritti ad essa collegati: il rilascio di certificati anagrafici; l’accesso ai servizi demografici; l’iscrizione nelle liste elettorali, fondamentale per l’esercizio del diritto di voto.

La residenza inoltre è fondamentale anche ai fini della determinazione della competenza territoriale dell’autorità giudiziaria e dell’individuazione del luogo in cui alcuni atti debbano essere rilasciati. Ancora, la residenza è fondamentale per la pubblicazione e la cerimonia del matrimonio. Alla residenza è poi collegato l’accesso alle fondamentali prestazioni di assistenza sociale e sanitaria offerte dallo Stato: è, ad esempio, il requisito essenziale per la determinazione delle scuole, degli asili, dell’ASL e per la scelta del medico di base. Per gli stranieri, poi, la residenza è uno dei presupposti per il rinnovo del permesso di soggiorno.

Nonostante questo esistono però delle situazioni nelle quali una residenza fittizia, proprio perché esiste solo sulla carta e non corrisponde a un indirizzo vero e proprio, diventa un limite e un ostacolo al raggiungimento di altri obiettivi.

È il caso di S. che, grazie all’incontro con progetto MamHabitat e al suo interesse ad accedere al microcredito, dopo numerosi incontri e colloqui da parte degli operatori del progetto, era stata valutata idonea e pronta per la sua nuova avventura.
Trascorse alcune settimane senza alcun riscontro da parte della banca, non si riusciva a trovare il motivo su cui la pratica si fosse inceppata, fino a che si è scoperto che questo stava proprio nella residenza fittizia.

La residenza di S. in via Modesta Valenti, che le ha permesso di avere tutti i documenti in regola, di iscrivere alla scuola materna la figlia piccola, di richiedere benefit legati alla situazione sanitaria degli ultimi anni e di avere accesso a tutti i servizi pubblici, le impediva però di diventare soggetto bancabile.

La ragione stava nella non individuabilità del suo indirizzo di residenza sulle mappe satellitari a cui i sistemi informatici fanno normalmente riferimento.

La parte più difficile è stata comprendere il bug e tentare di liberare la piattaforma – e di conseguenza S. – dal vincolo di una reale strada e di un vero indirizzo. La storia, però, ha un lieto fine: è stato sufficiente svincolarsi dalle mappe satellitari per poter rendere una persona e, di conseguenza una categoria di persone, bancabile.

Ora S, oltre ad avere tutti i diritti legati al possesso di una residenza è riuscita, grazie soprattutto al lavoro svolto dagli operatori di MamHabitat, ad accedere al microcredito e a fare finalmente un progetto concreto sulla sua vita.

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