La storia siamo noi
di fondazionegramsci
La Fondazione Gramsci Emilia-Romagna collabora al progetto Lunetta Park: educazione, cultura, territorio, che ha l’obiettivo di realizzare attività educative, culturali e aggregative nell’area del Parco Lunetta Gamberini, che accoglie i plessi dell’Istituto Comprensivo 21 e molti attori sociali.
La Fondazione opera all’interno dell’Istituto Comprensivo 21 con l’attività laboratoriale La storia siamo noi: 12 laboratori dedicati alle classi terze (A, B, C, D, E, F), delle scuole medie dell’Istituto comprensivo 21 Pepoli per gli anni scolastici 2018/2019 e 2019/2020, per un totale di 120 ore in aula. La storia siamo noi è a metà del suo percorso: ad oggi hanno concluso le attività le 6 classi terze frequentanti lo scorso anno scolastico: 6 laboratori, per un totale di 60 ore, condotti tra febbraio e marzo 2019.
I restanti laboratori sono stati avviati, con le nuove terze, dalla metà di ottobre 2019 e si concluderanno entro marzo 2020. Seguendo un suggerimento dei docenti, nel corso dell’inverno sarà anche condotto un percorso sperimentale ridotto (con una durata di 6 ore) con una seconda, per ampliare ulteriormente la platea degli studenti coinvolti.
La storia siamo noi è un laboratorio articolato in 5 incontri da due ore ciascuno per ogni classe. Il laboratorio ha lo scopo di stimolare un apprendimento consapevole, appassionando ai temi storici anche quegli studenti che spesso vivono la storia solo come un insieme di date da ricordare a memoria, senza un legame con la vita quotidiana. La storia siamo noi incentra la riflessione sul tema delle fonti a partire da alcune questioni: che cosa è una fonte storica? In che forma si presenta? Fotografie, manifesti, lettere, testimonianze, quali informazioni mi forniscono queste fonti? Attraverso un percorso guidato, gli studenti sono stimolati a trovare la risposta a queste domande.
Nel corso degli incontri in classe vengono affrontati i temi della neutralità, attendibilità ed intenzionalità delle informazioni fornendo successivamente agli studenti delle indicazioni su dove e come reperire informazioni attendibili (biblioteche, archivi, siti istituzionali) e come valutare i risultati di ricerche condotte on line. Il laboratorio vuole sviluppare in questa maniera lo spirito critico negli studenti coinvolti, ed una maggiore consapevolezza nel recepimento delle informazioni con le quali quotidianamente si confrontano.
Contenuti dei laboratori:
L’obiettivo principale della prima lezione è ottenere l’attenzione e la fiducia della classe. Si inizia fornendo alcuni elementi utili sull’attendibilità dei contenuti in rete così che i ragazzi, nella ricerca di un’informazione, sappiamo che ci sono modalità e luoghi, sia fisici che virtuali, più adatti per trovarne di utili e autorevoli.
Nella seconda lezione si affronta il tema dei siti istituzionali come fonti di informazioni attendibili. Ci si pone alcune domande come: cos’è un ente di conservazione? Come opera? Cosa conserva?
Si passa poi a ragionare sul documento fotografico: cos’è, come leggerlo; informazioni intenzionali e non, qual è l’importanza delle informazioni di corredo. In questa fase si sottopongono agli alunni alcune fotografie del 1968-1969 tratte dell’archivio della Federazione del Partito comunista conservato presso la sede della Fondazione.
Durante il terzo appuntamento con la classe si introduce il discorso degli archivi personali come fonte di documentazione scritta, di memoria, di ricerca storica. Cosa conserva un archivio privato? Quali elementi emergono per chi fa ricerca? Cosa ci dice oggi una lettera su un individuo vissuto cento anni fa? Si affronta l’argomento della conservazione della memoria di sé nell’era digitale grazie all’estrapolazione di alcune conversazioni tratte dall’Archivio Betti – Giaccaglia, sempre conservato presso la Fondazione.
Grazie ai manifesti della banca dati Manifestipolitici.it nel quarto incontro si parla della comunicazione pubblica di ieri e di oggi. Che cosa rappresenta il documento-manifesto nella quotidianità dei ragazzi?
Il manifesto è una fonte storica, è un contenuto verbale e iconografico, ma qual è la sua efficacia comunicativa?
Nel quinto e ultimo incontro si cerca infine di convincere i ragazzi della necessità di stare sempre attenti a quando ascoltano o leggono una notizia: il fake è un continuo rischio e bisogna dotarsi di strumenti di base per riconoscere il falso in rete. Attraverso l’analisi e il confronto di alcuni siti che propongono notizie analoghe ma presentate in maniera diversa si possono tirare le somme sui contenuti recepiti dal progetto.
Viene infine chiesto chiesto agli alunni di elaborare un manifesto finale che restituisse quanto era stato fatto nei cinque incontri.
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