Case, scuole, strade possono diventare barriere insuperabili

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Avete mai provato a muovervi su una carrozzina? Avete mai sperimentato quanto sia difficile, senza un aiuto, aprire una porta chiusa o scendere da un gradino? Avete mai pensato a quanto le barriere architettoniche o la necessità di dover dipendere sempre da qualcun altro siano un limite alla propria libertà e un fattore di discriminazione?

Gli studenti e le studentesse della 4AC dell’ISS De Nicola di Sesto San Giovanni hanno avuto la possibilità di sperimentarlo di persona. Li ha guidati Anna Rossi dell’associazione UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), che è venuta a scuola con sette carrozzine e ha proposto di fare un giro nel quartiere per provare di persona che cosa significhi non potersi muovere sulle proprie gambe.

Abbiamo conosciuto Anna la primavera scorsa, quando la scuola era ancora in DAD, durante un incontro con la sua associazione, nel corso del quale si è parlato delle forme di discriminazione legate alla disabilità

A dicembre, ci siamo riuniti in palestra (spazio della scuola che non presenta barriere architettoniche) e Anna ha raccontato la sua esperienza, ha mostrato come si usa una carrozzina e quando la si può muovere autonomamente e quando, invece, si ha bisogno di qualcuno che ci spinga.

Ci siamo poi divisi a coppie: a turno, uno stava seduto e uno spingeva.

Tre coppie hanno girato nella scuola, per rendersi conto delle difficoltà che si presentano nelle classi, nell’atrio e nel giardino. Quattro coppie, invece, sono uscite dalla scuola: abbiamo scoperto quanti buchi ci sono sui marciapiedi, quanto è difficile scendere dai gradini o dagli scivoli all’altezza dei semafori, come ci si sente sempre osservati dai passanti e dagli automobilisti.

Persino un piccolo rialzo del terreno può diventare pericoloso se si deve evitare che la persona seduta sulla carrozzina subisca dei sobbalzi!

Una settimana dopo circa, ci siamo ritrovati in classe per confrontare le nostre esperienze e per chiedere ad Anna come riesca, nonostante il suo handicap, a fare una vita molto attiva sia sul piano personale, nel lavoro e nello sport.

Certo, lei è una persona eccezionale, ma è stato importante per tutti (soprattutto per dei futuri geometri!) riflettere quanto poco ci voglia a creare una barriera architettonica e quanto una radice nel marciapiede, un gradino, una porta troppo dura possano diventare uno strumento di discriminazione.

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