Differenziazione e mappa dello studente, nella formazione per i formatori del Movimento Senza Zaino.
di loradilezionenonbasta
Il 1° aprile si è svolto l’importante appuntamento con il Gruppo dei Formatori del Movimento Senza Zaino: una preziosa occasione di aggiornamento, scambio e confronto. In quest’occasione sono stati portati come casi studio le esperienze positive e i percorsi che gli Istituti partner del progetto L’Ora di Lezione Non Basta hanno intrapreso, con la convinzione che potessero essere un’ottimo esempio dei risultati che il metodo “Senza Zaino” porta con sé.
Un posto di rilievo lo hanno sicuramente la “differenziazione” e la “mappa dello studente” due strumenti che si sono confermati in questi mesi di lavoro, strumenti fondamentali.
L’idea della “mappa” viene da lontano e ci riporta ad immaginari anche fantastici di territori ignoti da esplorare, isole e tesori nascosti da ritrovare, labirinti intricati entro cui non smarrirsi. O, più semplicemente, rimanda a luoghi poco conosciuti in cui desideriamo orientarci meglio.
Gregory Bateson e la scuola di Palo Alto mettevano in guardia rispetto alla differenza tra “mappa e territorio”, allo scarto tra verità e percezione, rappresentazione e realtà. Eppure, tutti noi abbiamo sperimentato quanto una mappa, una piantina, una carta geografica possano essere di aiuto per perlustrare ambienti nuovi o ampi spazi, per intraprendere un viaggio di qualunque tipo in modo meno incosciente e più responsabile. La Mappa dello studente, senza pretese di conoscenza oggettiva e con la consapevolezza che si tratta solo di uno degli strumenti da utilizzare per entrare in relazione con gli studenti, può considerarsi una “bussola” che indica la direzione: il docente può adottarla per conoscere meglio gli studenti, per dare voce ai loro interessi, per rilevare le particolari competenze che possiedono, gli stili cognitivi che caratterizzano il personale modo di apprendere.
Il docente può usarla per conoscere gli studenti singolarmente ma anche in rapporto gli uni agli altri, sapendo che i “confini” delle persone si ridisegnano continuamente, sono mobili e flessibili. E che proprio apprendimento, esperienza, relazioni riscrivono sempre le mappe vitali di ciascuno. Potenziano talenti, indirizzano scelte, colmano lacune, inducono decisioni, evidenziano differenze.
Le diverse Mappe degli studenti sono il segno chiaro di quanto sia inutile, di poco significato e scarsamente efficace predisporre per tutti lo stesso percorso di apprendimento.
Scuola SZ parla di differenziamento del processo di apprendimento-insegnamento da almeno un decennio e ciò su cui vogliamo riflettere ora è se la Mappa dello Studente può aiutare gli insegnanti a migliorare e a diversificare la proposta educativa.
– In che modo la Mappa dello Studente può essere utilizzata per differenziare le attività didattiche, connettersi al vissuto e alle preconoscenze di ogni allievo, partire dagli studenti? – Come può essere inserita nella progettazione didattica, per strutturare percorsi educativi personalizzati e più motivanti e inclusivi?
– In che modo si può farla conoscere ai docenti?
– Come, quando, quante volte proporla agli studenti?
– Come inserirla in un percorso di conoscenza di sé e di auto-valutazione? – Come differenziare la mappa in base all’età dei ragazzi?
– È possibile presentarla durante le nostre formazioni SZ?
Queste sono alcune delle domande a cui, durante il Seminario del 1° aprile, abbiamo provato a rispondere insieme per sviluppare ulteriormente uno dei maggiori punti di forza della didattica Senza Zaino.
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