La socializzazione e l’inclusione nella scuola
di Arciragazzi Roma
Le scuole sono tra i principali protagonisti del progetto #LiberailFuturo che tra le sue finalità vuole contrastare le cause di povertà educativa minorile attraverso approcci multifunzionali.
Tra questi approcci troviamo sicuramente la socializzazione e l’inclusione scolastica, temi che incidono profondamente sulla formazione di giovani ragazzi e per questo riteniamo siano molto importanti da approfondire.
La scuola è socializzazione e inclusione
Dopo un’iniziale euforia per la chiusura degli istituti, accompagnata dalla gioia di stare più tempo in famiglia, i bambini hanno avvertito la mancanza della scuola durante il periodo della pandemia. La scuola non è solo compiti e lezioni, è socializzazione e inclusione. E con gli strumenti, la preparazione e l’atteggiamento giusto, può esserlo anche a distanza. Siamo esseri sociali. È nell’interazione con i nostri simili che diamo forma ed esprimiamo la nostra personalità.
L’incessabile processo che ci porta ad apprendere le norme, i ruoli e le istituzioni della società prede il nome di socializzazione, e la scuola, intesa come comunità, ha un ruolo essenziale in questo. A sentirne maggiormente la mancanza sono i più piccoli, che a scuola creano una prima rete di rapporti personali e acquisiscono il comando di molte loro azioni. I ragazzi, invece, pur accusando dell’impossibilità di vedere gli amici, hanno risentito meno della chiusura delle scuole poiché hanno più occasioni per comunicare.
In Italia, circa il 30% dei giovani conquista lo smartphone a 9 anni. E un cellulare è una finestra sul mondo. Ovviamente, una videochiamata non potrà mai sostituirsi interamente alle chiacchiere in corridoio o all’intesa che si crea tra compagni di banco, ma connette, tiene vivi i rapporti!
Dalla famiglia alla scuola
Se in famiglia si costruiscono i primi importanti legami affettivi e si interiorizzano le norme e i valori più elementari, a scuola si costruiscono i primi comportamenti sociali in un ambito più formale, in particolare si sperimentano ruoli più “istituzionalizzati” e si acquistano competenze via via più specifiche.
La scuola in genere riveste nella società contemporanea una posizione centrale nel sistema educativo e sociale. Oggi questo entrare anticipato con il nido e con la scuola materna porta il bambino a sperimentare sempre prima i comportamenti acquisiti in casa, in famiglia dai fratelli o sorelle e con gli stessi genitori o nonni. La partecipazione sociale e l’amicizia sono elementi sempre più centrali della cultura dei coetanei, allo stesso tempo una crescente differenziazione sociale e la presenza di conflitti nelle relazioni sociali sono aspetti caratteristici nel corso dell’infanzia fino all’adolescenza.
Si può parlare, ad oggi, di inclusione a distanza?
Per quanto la DAD possa essere stato un sistema didattico innovativo e ha dato modo di mantenere il rapporto con la scuola, per chi vive in condizioni di povertà non è stato del tutto efficiente. Anzi, ha determinato ancora di più disuguaglianze sociali, scarsità di apprendimento e abbandono scolastico. A partire dall’insufficienza di strumenti adatti per seguire le lezioni online, o per meglio dire l’impossibilità di comprarli perché costosi; la poca attenzione durante le ore di lezione e infine una scarsa connessione a internet.
Dobbiamo preoccuparci del fatto che in questi mesi molti studenti sono rimasti esclusi dalla DAD per connessione inadeguata, condivisione del dispositivo fra più fratelli o familiari, assenza di dispositivi, assenza di connessione. Serve investire in una didattica di qualità, che sfrutti le potenzialità degli strumenti digitali e non si limiti a considerarli un kit da pronto soccorso per l’emergenza. Perché la scuola sia davvero inclusiva, bisogna sopperire alla mancanza di dispositivi digitali, ampliare le connessioni in territori ancora scoperti, formare gli insegnanti, promuovere una didattica uniforme e integrata e tutelare i bisogni di tutti gli alunni.
Socializzazione e inclusione partono dalla scuola e una scuola efficiente, in tutto le sue forme, è inclusiva!
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