La didattica a distanza incide sulla povertà educativa
di Arciragazzi Roma
Tra gli Enti che hanno maggiormente risentito degli effetti negativi determinati dalla pandemia Covid-19, troviamo sicuramente l’Istruzione. A causa di questa crisi economica e sociale, le situazioni di povertà preesistenti sono peggiorate e se ne sono sviluppate delle nuove. Le famiglie si sono trovate in difficoltà nel sostenere i loro figli nel loro percorso educativo.
Da un giorno all’altro bambini e ragazzi hanno dovuto affrontare un nuovo sistema didattico a distanza che ha accentuato svantaggi e divari sociali in termini di povertà educativa. E’ una problematica sociale persistente e i protagonisti coinvolti vivono il presente senza pensare quanto tutto questo possa incidere sul loro futuro, sui loro sogni, sulle loro ambizioni; perché saranno sempre un passo indietro rispetto a chi, in termini economici, ha più possibilità rispetto a loro.
Per quanto la DAD possa essere un sistema didattico innovativo e ha dato modo di mantenere il rapporto con la scuola, per chi vive in condizioni di povertà non è stato del tutto efficiente. Anzi, ha determinato ancora di più disuguaglianze sociali, scarsità di apprendimento e abbandono scolastico. A partire dall’insufficienza di strumenti adatti per seguire le lezioni online, o per meglio dire l’impossibilità di comprarli perché costosi; la poca attenzione durante le ore di lezione a causa del poco spazio a disposizione in casa o privi di stanze proprie adeguate allo studio; e infine una scarsa connessione a internet.
Il tema della povertà educativa è un fenomeno che non interessa solo la scuola, i ragazzi e la loro famiglia, ma dovrebbe interessare all’intera comunità. Non ci sono pari opportunità. Non è un discorso di competizione tra ragazzi, o di sfida a chi è il più bravo o a chi avrà più successo da grande. Semplicemente è giusto ed è un diritto che tutti debbano avere la possibilità, in ugual modo, di sviluppare le proprie capacità e quindi farsi valere come persona, come studente, come futuro lavoratore, come cittadino e come essere pensate che può articolare i suoi bisogni e interagire con gli altri e con il proprio futuro.
Il divario sociale esisterà sempre, e saranno sempre i più forti a prevalere sui deboli. L’unica cosa che si può fare è combattere per avere pari opportunità, e in qualche modo aiutare il prossimo partendo proprio dai più piccoli. Loro sono il nostro futuro.
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