Il doping nello sport: perché proibirlo? Quali sono i fattori che favoriscono la sua diffusione
di Arciragazzi Roma
Riprendiamo a parlare di ragazzi, sport, doping e dell’importanza di questa “presenza” che non fa bene ai ragazzi, all’attività sportiva, ne tantomeno ai valori che lo sport trasmette da sempre.
Il progetto #LiberailFuturo infatti, oltre a combattere la povertà educativa e la dispersione scolastica, mira alla creazione di una comunità educante che stimoli i ragazzi e che li aiuti nelle giuste scelte di vita.
Perché proibire il doping nello sport?
Vale la pena proibire il doping? Oppure utilizzare tante risorse nella lotta al doping? Il ricorso a pratiche non consentite non è solo un illecito sportivo, ma produce danni a tutta la società civile. Lo sport è una componente della società e una società “sana” è un bene comune, in tutto e per tutti.
Proibire il doping serve quindi… danni diretti e indotti dal doping alla salute dei praticanti dell’attività sportiva ricadono su tutti e non solo sul singolo, che ne è la vittima principale. Il vero sportivo rispetta le regole e non le infrange mai: è questa la sua forza! Un’altra domanda che ci poniamo spesso è:
Quali sono i fattori che favoriscono la sua diffusione?
Il ricorso alla pratica del doping trova un terreno quanto mai fertile in alcune situazioni che si possono definire “ambientali” che ne facilitano la diffusione.
Conoscere questi fattori significa conoscere le situazioni di rischio e, quindi, lavorare sulla prevenzione. Queste situazioni assumono volti diversi, alcuni ben conosciuti ed evidenti, altri meno conosciuti, ma egualmente importanti.
Casi di doping
Un allenamento non ben modulato porta a risultati non soddisfacenti, con conseguente ricorso a “qualcos’altro” che possa risultare efficace. Si giunge, quindi, a pensare che i farmaci possano servire anche per un utilizzo diverso da quello normale, cioè curare una malattia. Questo è il primo atteggiamento mentale errato che mette uno sportivo a rischio doping, esponendo l’individuo a pericolose tentazioni.
Inoltre l’obbligo di conseguire risultati non nasce solo dallo sport di élite o professionale: al contrario anche semplici pressioni in famiglia su aspettative in termini di futuro agonistico ad alto livello, motivi di rivalsa nello sport, benefici di vario tipo, sono alcuni dei motivi che spingono l’atleta a cercare di superare i propri limiti “fisiologici” aiutandosi con “qualche cosa in più”.
Una concreta lotta al doping può essere attuata con successo solo con il concorso armonizzato di tutte le forze che gravitano intorno allo sport e anche da progetti e organizzazioni che riguardano i ragazzi proprio come Libera Il Futuro.
Nessuno può chiamarsi fuori da tale impegno e la responsabilità è tanto maggiore quanto più importante è il ruolo rivestito. Ognuna di queste categorie deve tracciare un proprio percorso di competenze, integrandosi con le altre per trasmettere un messaggio importante: STOP AL DOPING!
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