I rischi che corrono i giovani a causa della povertà educativa e della dispersione scolastica ai tempi della pandemia | Le interviste alla società civile di Libera Il Futuro

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Questo articolo è frutto della realizzazione di un’analisi sulle interviste rilasciate da personaggi della società civile nell’ambito del progetto “Libera il futuro”, a proposito dei temi riguardanti la povertà educativa e la dispersione scolastica. Entrando nello specifico, si è tentato di estrapolare il minimo comune denominatore derivante dalle risposte degli intervistati, che affrontano quotidianamente sul campo i fenomeni della povertà educativa e della dispersione scolastica, e che quindi, sono coloro che meglio di chiunque altro possono spiegare di cosa effettivamente stiamo parlando, di cosa vuol dire affrontare tutti i giorni questi problemi con tutte le conseguenze che causano e di come si potrebbero contrastare fenomeni di questo genere.


Gli obiettivi che si pone questo lavoro sono relativi all’illustrazione di questi fenomeni e di come siano stati influenzati dalle restrizioni dovute alla pandemia; quali siano state le reazioni, le conseguenze che si sono verificate sui giovani e su quali segnali bisogna porre la massima attenzione per prevenirli e contrastarli.

Ponendo l’accento sulla povertà educativa si può dire, sicuramente, che è un concetto estremamente complesso e pregno di conseguenze negative per il futuro dei giovani e giovanissimi. In un mondo in cui i cambiamenti socio economici richiedono sempre maggiori competenze e abilità, molti giovani che vivono in Italia uno stato di disagio economico/sociale non avranno la possibilità di partecipare attivamente allo sviluppo del proprio paese, perché vengono limitati dalla carenza di mezzi culturali e delle reti sociali che conseguentemente vanno a ridurre le loro opportunità da più punti di vista come quello educativo o lavorativo per esempio, comportando una loro esclusione nell’instaurazione di relazioni e nel raggiungimento dei propri obiettivi in una società a cui potrebbero o vorrebbero sentire di appartenere.

Le conseguenze di questa crisi sono disoccupazione, povertà, diseguaglianze e instabilità, che tra le altre cose possono minare le fondamenta delle nostre economie, ma anche della società. L’istruzione infatti oltre ad essere funzionale dal punto di vista economico è innanzitutto un diritto e si tratta di una dimensione fondamentale dell’esistenza umana, che contribuisce alla costruzione di una società in cui tutti possono sviluppare i propri progetti di vita.

Di conseguenza investire nell’educazione e nella formazione di qualità è la base per migliorare la vita dei giovani di oggi, cittadini di domani, anche per dargli la possibilità di poter cooperare ai fini dello sviluppo sostenibile, rispetto al quale già oggi c’è l’esigenza di contribuire.
Derivante dalla mancata istruzione o comunque da una irregolare fruizione di quest’ultima, si verifica il complesso fenomeno della dispersione scolastica che al suo interno racchiude la totale descolarizzazione anche ai livelli iniziali di istruzione, ormai presente solo nelle popolazioni appartenenti a paesi economicamente arretrati, l’abbandono, ovvero l’interruzione del percorso formativo, la ripetenza e il ritiro dalla scuola per determinati periodi di tempo.

Come hanno inciso le restrizioni dovute alla pandemia rispetto ai fenomeni della povertà educativa e della dispersione scolastica

Sulla base di diverse ricerche e interviste effettuate a componenti della società civile e soprattutto a personalità che vivono il mondo educativo e scolastico, è emerso che le restrizioni messe in atto per contrastare la pandemia hanno messo in luce le ampie differenze che ci sono in termini di accesso ad internet, di spazio adeguato alla didattica a distanza ma anche di come l’avvento del Covid-19 abbia provocato un’accelerazione del già grave problema della dispersione scolastica e della povertà educativa, infatti all’aggravarsi della situazione relativa all’assenza di mezzi materiali necessari per la didattica, si aggiunge anche la deprivazione educativa e culturale dei bambini e degli adolescenti, dovuta alla chiusura prolungata delle scuole e degli spazi educativi della comunità ed al confinamento a casa.

Questa privazione rischia di avere effetti a lungo termine relativi all’apprendimento e in maniera più generica sulla dispersione scolastica, che già mostrava tendenze negative prima della crisi. I più esposti ad essere colpiti da questo fenomeno sono i minori che vivono in famiglie che si trovano in difficili condizioni socio/economico, le cui esigenze, concentrate sulla ricerca dei beni materiali essenziali, porta a un minore investimento in educazione.

Le reazioni dei giovani e tutti i segnali da non sottovalutare

La lontananza dalle strutture scolastiche ha creato un problema di tipo formativo per chi non aveva i mezzi per la didattica a distanza o non aveva a disposizione lo spazio necessario per riuscire a seguire in maniera idonea le lezioni; questo, in molti casi, ha portato al verificarsi della dispersione scolastica e principalmente ad alcuni punti relativi a quest’ultima come l’abbandono, la ripetenza o i casi di ritardo.
Le conseguenze più pesanti probabilmente sono legate all’aspetto psicologico di bambini e ragazzi, i quali a causa di questo isolamento hanno dovuto cambiare radicalmente le loro abitudini e la loro routine scolastica, composta da tanti fattori che responsabilizzavano anche i ragazzi, impegno che con la DAD è stato oggettivamente stravolto.
La reazione da parte dei giovani a tutto questo, come riportato dai risultati di diverse indagini è sfociata nell’irritabilità, negli stati d’ansia, nel disturbo del sonno e a volte a situazioni al limite che hanno portato al verificarsi della violenza domestica.
E’ fondamentale al manifestarsi di tali comportamenti, non trascurare o sottovalutare ALCUN SEGNO, anzi il consiglio è quello di agire immediatamente per prevenire o contrastare un problema che è già in atto.

Come poter contrastare la povertà educativa e la dispersione scolastica

Le idee per contrastare questi fenomeni sono diverse, per esempio molti intervistati ritengono che vadano combattuti offrendo continue occasioni di incontro, di formazione, di approfondimento, annullandoli con la cultura diffusa, quindi con il teatro, con il cinema, con le biblioteche scolastiche con un coinvolgimento anche diretto dei ragazzi cosa che sta mancando completamente.
Un altro elemento utilizzabile per contrastare i fenomeni in questione è lo sport, che seppur non preso realmente in considerazione dalle amministrazioni è prima di tutto un veicolo di aggregazione, in particolare quando si parla di sport di squadra, funzionale anche alla lotta contro le disuguaglianze, inoltre ci possono essere delle collaborazioni, in situazioni difficili come quelle che si verificano molte volte nelle periferie o comunque dove si creano purtroppo situazioni di devianza giovanile.

C’è da tenere in considerazione che lo sport a oggi entra ovunque, nelle carceri, nei centri di recupero, entra nelle case famiglia e questo testimonia come gli enti locali dovrebbero porre maggiore attenzione proprio a utilizzare lo sport come elemento utile per completare un percorso, per i ragazzi che hanno determinate difficoltà e per i quali potrebbe essere un modo di completare la loro formazione e migliorare in tutti quei punti di vista in cui lo sport riesce a portare dei benefit.

In conclusione possiamo affermare che queste interviste sono state un grande momento di scambio, un momento in cui confrontarsi e capire, attraverso chi vive e combatte ogni giorno la povertà educativa e la dispersione scolastica, come dare soluzioni concrete a questi problemi che coinvolgono la società civile. Per questo il progetto Libera Il Futuro non si ferma qui… Infatti dopo questa breve pausa estiva, torneremo a Settembre con tante nuove interviste e diverse novità che riguardano il progetto.

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A presto!

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