Lo sport è aggregazione, crescita umana, etica e cultura. Attenzione al Doping nello sport!

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Il progetto #liberailfuturo è molto sensibile a diversi temi riguardanti lo Sport e la Salute. Dopo aver parlato di quanto sia fondamentale una sana alimentazione legata allo sport, vogliamo raccontarvi di un fenomeno sempre legato all’attività sportiva, purtroppo molto diffuso: il Doping.

Erroneamente si è portati a ritenere che il ricorso alla pratica del doping sia appannaggio di categorie sportive di vertice. In realtà il fenomeno è molto più diffuso di quanto si possa sospettare e va dall’uso di anabolizzanti agli stimolanti, sino a giungere ai più recenti, micidiali e tristemente famosi EPO (Eritroproietina).

In una società che lascia i giovani sempre più esposti a continui messaggi, il solo fatto di far insorgere in loro l’idea che supporti esterni di vario tipo possano aiutarli nella crescita psicofisica e nella scalata ai vertici della vita di relazione, è quanto di peggio si possa fare. La lotta al doping passa per una corretta informazione sui prodotti, sui rischi della salute, sulle gravi malattie che si possono contrarre e va giocata sul piano culturale e psicologico – e non solo su quello dei controlli e delle sanzioni – fase sicuramente necessaria che interviene, però, nel momento in cui le sostanze dopanti sono già state assunte.
Sugli organi d’informazione e nell’ambito delle società sportive stesse si parla sempre di più di doping. Ma cos’è realmente?

Cos’è il doping?

Dal punto di vista legale è il ricorso sistematico a sostanze proibite al fine di modificare la propria prestazione sportiva. La legge italiana in vigore dal 2000 e i regolamenti delle Autorità Sportive Preposte (WADA, CIO, CONI) definiscono doping l’utilizzo di sostanze e pratiche proibite in grado di influire e modificare le prestazioni sportive. E’ da considerarsi doping anche il ricorso a sostanze assunte al fine di mascherare l’assunzione di prodotti proibiti. Invece dal punto di vista della medicina.
In medicina può definirsi doping l’uso improprio di farmaci e medicamenti per scopi diversi da quelli attualmente utilizzati in terapia.
Quando si somministra un farmaco ad un malato lo si fa coscientemente considerando che gli effetti collaterali saranno sicuramente inferiori rispetto ai benefici da esso indotti per curare la malattia. Più la malattia risulta essere grave, maggiore è la giustificazione a fare ricorso a sostanze che possono avere anche conseguenze tossiche. L’esempio che viene dalla chemioterapia è particolarmente calzante. Utilizzare invece farmaci su una persona sana vuol dire esporla sicuramente ad effetti collaterali anche gravi non giustificati dalle condizioni biologiche in atto.
Ricorrere all’uso del doping è una sconfitta personale, equivale a dire: “da solo con le mie potenzialità non posso farcela”, ovvero un segno di pro- fonda debolezza.

Ma doparsi serve veramente a vincere?

NO! Solo in apparenza perché il doping non sostituisce l’allenamento. Senza allenamento non si ottengono risultati, neanche trasformando l’individuo in una farmacia ambulante. Il margine di miglioramento legata al ricorso al doping è solo un segmento peraltro negativo e transitorio, di quello che può derivare da un corretto allenamento.

Effetti del doping

Molti degli effetti collaterali che il doping produce vengono altamente amplificati dalle condizioni in cui si realizza la prestazione atletica, aumentando in misura esponenziale il rischio che si corre.
Alcuni antifatica, ad esempio, diminuendo la sensibilità alla temperatura, possono sommare la loro azione ipertermizzante a quella prodotta dalla prestazione atletica vera e propria, producendo anche ipertermie mortali.
In molti casi le sostanze dopanti comportano danni conosciuti, in altri casi, invece, procedure complesse o non ben note nella loro interezza, ovvero usi impropri di sostanze sperimentali danno luogo nel tempo alla comparsa di fenomeni imprevisti non ipotizzabili all’inizio.

Esistono alternative al doping che consentono di migliorare la prestazione in modo naturale

Anche nel caso di possibile, ma non certo, miglioramento delle prestazioni sportive, risultati equivalenti o migliori possono essere conseguiti con sistemi fisiologicamente corretti e naturali, come l’allenamento secondo le proprie potenzialità, una corretta alimentazione e sani sistemi di vita.

In conclusione, possiamo affermare che i danni diretti e indotti dal doping alla salute dei praticanti dell’attività sportiva ricadono su tutti e non solo sul singolo, che ne è la vittima principale. Ecco perché tutti devono essere coinvolti nella lotta al doping, nella fase della prevenzione e nella corretta informazione.
Il vero sportivo rispetta le regole e non le infrange mai: è questa la sua forza! Stop al Doping nello Sport!

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