‘Grazie a Legami Nutrienti sono riuscita a liberami dalla violenza’: la storia di Giovanna e del suo grande coraggio

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Giovanna ha quarantadue anni e vive in un comune della provincia di Napoli. Ha quattro figli di cui due maggiorenni, avuti, giovanissima, dal primo marito, che vivono in Emilia Romagna da tempo e dove hanno trovato una sistemazione, e altri due piccoli, avuti dal suo ultimo compagno.

Giovanna è una delle mamme di LeNu, entrata nel progetto grazie all’assistente sociale che la segue da tempo per la difficile separazione dal papà dei suoi ultimi due figli.

Ma la storia di Giovanna è difficile già dalla sua famiglia di origine: ‘Mia madre non è mai stata una persona che ci ha sostenuto, me ne sono resa conto quando rimasi incinta a sedici anni e il mio primo marito mi picchiava. Lei lo sapeva

ma non è mai intervenuta. Papà la picchiava – a noi figli no – e più volte lei mi ha rinfacciato di non aver mai fatto niente per proteggerla’.

In attesa del primo figlio, ancora molto piccola, Giovanna si trasferisce con il marito in Emilia Romagna dove vive fino al 2010, anno in cui si separa e ritorna con i figli a vivere a Napoli stabilendosi in un primo momento a casa della madre. Importante nel suo ritorno, il ruolo della sorella maggiore che si scoprirà avere un tumore da cui purtroppo non avrà scampo. Per Giovanna un dolore gigantesco, ancora oggi inaccettabile.

Giovanna si trova alcuni lavori e si rende indipendente andando a vivere da sola con i figli che cresce con sacrificio, ma anche con il sostegno dell’ex marito con il quale i rapporti, dopo i primi tempi di litigi, si sono appianati. I ragazzi decidono di andare in Emilia Romagna per trovare una sistemazione migliore e lei ci rimane molto male pur sapendo che lì potranno avere più chanche di lavoro. Decide di lasciare la sua casa e di ritornare a vivere con la madre; in questo modo potrà mettere da parte un gruzzoletto e raggiungere i figli e vivere accanto a loro. Ma i suoi piani sono sconvolti dall’ingresso di Luigi nella sua vita. Un uomo giovane che, in realtà, lei già conosce perché è il figlio di persone per cui ha lavorato negli anni precedenti. Quando Luigi sa che Giovanna è rimasta sola la inizia a corteggiare. A poco a poco iniziano una frequentazione e Giovanna si trasferisce a casa della suocera dove, quasi sin da subito, subisce violenza dal compagno.

‘I suoi genitori – racconta Giovanna – me lo avevano detto di lasciar perdere, ma io non li ho ascoltati. Luigi faceva uso di cocaina e mi picchiava spesso quando era sotto effetto della droga’.

Dopo poco Giovanna rimane incinta e insieme con Luigi decidono di andare a vivere da soli, ma a poche settimane dalla nascita della bambina Luigi si presentata a casa in uno stato pietoso, nasce una discussione e Giovanna lo denuncia perché lui la minaccia, così decide di ritrasferirsi a casa dei suoceri dove il compagno la trova e la picchia brutalmente. Giovanna lo denuncia di nuovo e Luigi va in carcere, ma la storia tra loro due non finisce: lei va a fargli vivere in carcere e decide di ritirare la denuncia.

Ritornano insieme e Giovanna aspetta il secondo figlio, mentre Luigi continua a fare uso di droga. A questo punto Giovanna decide di lasciare la casa dei suoceri e di ritornare nuovamente a casa della madre mentre  il compagno va in comunità di recupero per tossicodipendenti. Dà alla luce il secondo figlio, si trova un ennesimo lavoro e con i figli piccolissimi se ne ritorna vivere da sola. Per fortuna può contare sul sostegno dei suoceri che le tengono i bambini quando ha bisogno. Finalmente decide di allontanarsi da Luigi e di voltare pagina: basta violenze. Basta violenze anche davanti ai bambini, piccolissimi.

Intanto tutti questi eventi hanno fatto scattare la segnalazione al Tribunale per i Minorenni e Luigi viene sospeso dalla responsabilità genitoriale: può vedere i figli solo alla presenza dell’assistente sociale che  cerca di offrire a Giovanna un aiuto utile per sua complicatissima situazione. Le propone il dispositivo dell’home visting del progetto Legami Nutrienti.

‘Quando mi è stata proposta l’operatrice a casa, mi sono spaventata. Ho pensato che potesse riferire al Giudice qualcosa di sbagliato e che mi avrebbero potuto togliere i figli. All’inizio stavo molto sulle mie, non mi fidavo per niente’.

‘Antonietta è stata proprio brava perché pan piano mi ha fatto fidare di lei: abbiamo parlato molto, mi ha aiutato a capire i miei errori, a migliorare come mamma e soprattutto a credere in me stessa. Grazie al suo aiuto e a quello della psicologa, la dottoressa Marra, oggi mi sento e mi vedo diversa, migliore. Se mi guardo indietro penso che sono stata forte ad affrontare questa situazione così difficile e ad aver anche imparato come spiegarla ai bambini’.

‘Inoltre Antonietta è stata un aiuto anche pratico. Cioè se io avevo bisogno che restasse a casa con i bambini perché dove fare qualcosa, sapevo di poter contare sul suo aiuto.’

Nel suo futuro Giovanna vede la famiglia riunita: vuole andare di nuovo in Emilia Romagna, trovarsi un lavoro, mettere su una nuova casa e vivere in pace con i suoi quattro figli. Oggi sa di potercela fare e se dovesse dare un consiglio ad un’altra donna alla luce della sua difficile esperienza, senza esitazione le direbbe: ‘Credi in te stessa e non farti trattare male da nessuno’.

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