LeNu promuove il tavolo di lavoro territoriale per la fascia zero sei anni

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È stato un incontro ricco di sputi quello del 17 maggio scorso, svoltosi on line, sui temi dell’infanzia, in particolare della fascia zero-sei anni, e che ha visto Legami Nutrienti riunire venti agenzie territoriali, pubbliche e private, con cui già condivide percorsi di sostegno e accompagnamento delle famiglie fragili inserite nel progetto.

La convinzione di fondo, e lo spirito stesso del progetto, è quella di lavorare sul doppio binario del cambiamento/miglioramento delle famiglie e del contesto in cui vivono affinché si possa prevenire il maltrattamento, e tutelare l’infanzia, in senso più ampio.

L’esigenza di attivare un tavolo di lavoro e di proposte concrete si è acuita maggiormente con la pandemia i cui effetti sui più piccoli sono stati devastanti, ancor di più nelle famiglie vulnerabili. Ad una crisi così profonda, non ci poteva che essere una risposta dell’intera comunità educante per individuare le migliori strategie di rete formale e informale e riflettere sulle buone pratiche in atto.

I Partecipanti

Hanno partecipato al tavolo: IC “Russolillo” di Soccavo diretto, IC 2 Circolo di Quarto, la referente UOMI della Asl Napoli 2 nord – distretto 38, la responsabile del Centro Servizi Sociali di Soccavo (Comune d Napoli), due referenti pediatri della Fimp, le operatrici educative del territorio, operatrici di LeNu impegnate nelle antenne territoriali e negli spazi relazionali, la coordinatrice dello SPAZIO MAMME (altro progetto territoriale).

I temi discussi

Durante l’incontro si è discusso molto delle problematiche in particolare dei bambini fino a tre anni, veri e propri ‘figli’ del lockdown, che presentano disturbi del linguaggio, difficoltà di adattamento e di distacco dai genitori le cui angosce pandemiche hanno avuto un peso specifico nella loro crescita. Di qui la necessità di lavorare con i genitori per instaurare con loro un rapporto di fiducia che gli consenta di affidarsi alla comunità educante.

Un focus importante è stato posto anche sulle madri minorenni intercettate dal progetto a cui vengono offerti interventi di sostegno ad ampio raggio: a loro come mamme e come ragazze in crescita, ai loro piccoli figli e alle giovani nonne che spesso tendono a sostituirsi alle mamme teen nell’accudimento dei piccoli.

Su questo punto è emersa l’importanza del supporto offerto da LeNu che consente alle giovanissime mamme di mentalizzare l’esperienza della maternità e iniziare a sintonizzarsi emotivamente con i propri figlioletti.

Infine, altro argomento che ha occupato molto il dibattito è stato come aiutare le famiglie ad esprimere il proprio disagio senza farle sentire giudicate.

La fiducia

Questo è uno dei temi fondamentali riscontrato molto dalle insegnanti e dai servizi sociali da cui spesso i genitori, anche senza motivo, sentono di doversi difendere dall’accusa di non essere dei buoni genitori o dal timore che il proprio figlio possa avere un disturbo cognitivo. Spesso – ha riflettuto il gruppo di lavoro – le difficoltà di un bambino possono essere superate mettendo in campo la rete dei servizi, aiuto a cui le famiglie non pensano quasi mai.

La chiave di volta per approcciare ad una famiglia cercando di aiutarla a ‘vedere’ le sue difficoltà è la fiducia; in questo senso il contributo dei pediatri si rivela essere molto importante essendo delle figure riconosciute dai genitori come positive e pertanto in grado di costruire un ponte tra gli operatori dei servizi socio-educativi e le famiglie vulnerabili.

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