La formazione continua degli operatori di LeNu: come l’operatore può comprendere lo stress del caregiver

di

 

Parte seconda

Nel recente seminario realizzato nell’ambito delle attività formative di “Fondazione Città Nuova”, partner del progetto, condotto dalla dottoressa Loredana Gaudio, psicologa-psicoterapeuta dell’Istituto Toniolo, l’equipe di LeNu non solo ha affrontato il tema della teoria dell’attaccamento, constatando come lo stile della relazione tra genitori e figli influenza i loro modelli genitoriali futuri, ma anche come l’operatore domiciliare può osservare e comprendere il livello di stress del caregiver e accompagnarlo nel modificare il suo stile di attaccamento.

 

L’Osservazione dell’operatore

Cosa vedere all’interno della relazione genitore-figlio: come genitore e bambino trascorrono tempo insieme il loro tempo (attività fisiche, gioco, contatto fisico, discussioni, litigi,…); la responsività genitoriale; la capacità di autoregolazione del genitore; i punti di forza e le risorse.

La stabilità emotiva, la capacità dei genitori di garantire un ambiente protetto e sicuro e le loro capacità di regolazione emozionale sono fondamentali. Allan Schore (2009), tra gli altri, ha evidenziato il ruolo del caregiver come regolatore psicobiologico esterno del bambino.

 

Le domande dell’operatore

L’osservazione deve partire da alcune piste, che assomigliano a delle domande:

il caregiver come gestisce lo stress? Cosa fa per prendersi cura di se stesso? Come affronta le emozioni difficili? Qual è l’emozione più complicata da gestire?

E inoltre: quali elementi di stress sono presenti ora? Quali aree della vita procurano maggiore stress?

Un utile strumento standardizzato è il Parenting Stress Index (PSI, Abidin 1995) che permette di valutare la quantità di stress presente nella relazione genitore-bambino.

 

 

La relazione tra home visitor e caregiver

Va considerata come uno dei principali strumenti di lavoro in quanto la relazione che si stabilisce con il caregiver, quasi sempre la madre, incoraggia l’utilizzo di modalità appropriate di accudimento che la valorizzano nel ruolo di «base sicura» per il proprio bambino.

Grazie alla capacità empatica dell’operatore si crea con i genitori una relazione basata sulla fiducia che consente all’operatore di svolgere la funzione di “specchio” ossia di restituire al datore di cura la propria immagine genitoriale supportandolo nel vedere il proprio stile di coping, nel correggerlo e migliorarlo.

«Quando qualcuno è disposto ad ascoltare le lacrime della madre, quello sarà anche il momento in cui la madre sarà in grado di ascoltare il pianto del suo bambino». Selma Fraiberg

 

Regioni

Argomenti

Ti potrebbe interessare

Formazione e supervisione sui temi del sostegno alla genitorialità, al via gli incontri

di

La presa in carico delle famiglie vulnerabili è sempre molto complessa per ciascuna delle professionalità coinvolte, che sia l’educatore, l’assistente sociale, lo...

Partono le Antenne (interattive) all’interno dell’Istituto Comprensivo “Russolillo”

di

Come è ben noto il disagio dei bambini viene e può essere spesso intercettato dall’Istituzione Scolastica che ogni giorno vede e ascolta...

Riprendono gli spazi relazionali al II Circolo Didattico di Quarto

di

Ancora occasioni di incontro con i genitori per discutere delle tante preoccupazioni che li affliggono e per provare insieme a trovare delle...