Aps Fhenix, intervista per La mia Banda è Pop.

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Intervista all’ Aps Fhenix

Nell’ambito de La ma banda è pop intervistiamo l’Aps Fhenix che opera tra Avellino e Benevento.

L’associazione di promozione sociale Aps Fhenix, costituita nel dicembre 2013, mette in campo dal 2013 attività di carattere educativo, sociale e culturale, con lo scopo di sostenere la persona nel contesto di appartenenza.

La mia banda è pop, progetto regionale nell’ambito del bando Cambio Rotta promosso dal fondo di contrasto alla povertà minorile Con i bambini, è giunto a un primo step.

Rivolgiamo alcune domande ai partner del progetto che si occupa dei minori in area penale e promuove un metodo di inclusione attraverso la giustizia riparativa.

Risponde Floriana Vitale per l’associazione di promozione sociale Aps Fhenix.

 

In questa prima fase del progetto qual è l’impatto che La mia banda è pop ha avuto sull’ Aps  Fhenix?

Nella valutazione dell’impatto che il progetto ha avuto sulla nostra organizzazione possiamo individuare un ambito operativo, per il quale abbiamo avuto ottime opportunità di confronto e riflessione con altre organizzazioni e altri enti. Inoltre, è da considerare che “la mia banda è pop” è un ulteriore strumento che ci aiuta a rispondere in maniera accurata ed appropriata alle esigenze dei nostri utenti.

 

Qual è il riscontro con i ragazzi coinvolti e il loro graduale inserimento nel progetto?

Ci troviamo in una fase c.d. di “aggancio e sensibilizzazione”.
I ragazzi vengono coinvolti attraverso – ad esempio – il passaparola, o la nostra rete di rapporti con altri enti sul territorio. Il primo obiettivo è quello di comprendere i bisogni di ciascuno e rispondere alle conseguenti necessità; in altri termini, il nostro impegno è volto a creare un ponte di collegamento tra noi e loro, nello spirito di mutua solidarietà e di responsabilità e cura, connaturati al progetto stesso. In questo senso, i ragazzi hanno mostrato di apprezzare la nostra presenza, discreta e costante, rispettosa, sostenitrice, che possa consentire loro di scoprire le proprie inclinazioni e, in risposta, quanto il territorio abbia da offrire. A questo scopo le attività sono state molteplici: dalla tutela dell’ambiente – attraverso i laboratori di riciclo -, al rafforzamento del concetto di legalità con gli incontri sulla cittadinanza attiva, e alla scoperta del proprio io, delle proprie peculiarità, potenzialità e limiti.

 

 

Come rispondono le famiglie dei ragazzi in questa prima fase?

In questa fase, il coinvolgimento delle famiglie resta “prudente”. I rapporti vengono costruiti in maniera graduale ed in punta di piedi, per evitare che la nostra presenza possa risultare ingombrante e\o invadente. D’altra parte, non possiamo pretendere un atto di fede nei nostri confronti, piuttosto ci aspettiamo di far crescere un legame di fiducia. Per la costituzione delle stesso è necessario un tempo di conoscenza, di sperimentazione, di messa alla prova: dovremo essere bravi a saper dimostrare la bontà del nostro progetto, anche come valida alternativa a eventuali misure più restrittive. Sotto questo punto di vista, abbiamo già avuto un buon riscontro, evidenziato dalla soddisfazione che le famiglie dimostrano.

 

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