Non sono un murales – Segni di comunità, il nostro lavoro

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Anche noi abbiamo aderito all’iniziativa Non sono un murales – Segni di comunità, un evento diffuso promosso da Acri in occasione della nona Giornata Europea delle Fondazioni che ha visto impegnate 120 città italiane nella realizzazione di un’opera d’arte corale.
Il murales a Treviso è stato inaugurato venerdì 1° ottobre nella Scuola Secondaria di Primo Grado Felissent, grazie al progetto Kepler 5-14 promosso dalla cooperativa La Esse sostenuto dall’impresa sociale Con i Bambini, nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, con partner il Comune di Treviso.

Alla presentazione sono intervenute Silvia Nizzetto, Assessore all’Istruzione del Comune di Treviso, le dirigenti scolastiche Francesca Magnano dell’Istituto Comprensivo Felissent, Ada Vendrame dell’Istituto Comprensivo Coletti, Luana Scarfì, dell’Istituto Comprensivo Martini e Lucia Di Palma, responsabile del progetto Kepler 5-14 di La Esse.

L’opera è stata realizzata grazie al contributo dell’artista Paolo Gallina e con la partecipazione degli alunni della Scuola Felissent, che ospita l’opera sulla facciata d’entrata dell’edificio. L’iniziativa nazionale prevedeva, infatti, un’unica matrice che poi ogni territorio può personalizzare. Guidati da Paolo Gallina, gli studenti hanno lavorato per interpretare il murales comune e renderlo più vicino alla realtà che vivono e frequentano ogni giorno.

 

L’opera rappresenta un adulto che allaccia le scarpe a un bambino che, con lo zaino sulle spalle, si rivolge allo spettatore con l’espressione serena di chi sta partendo per un viaggio. Accanto, i giovanissimi artisti hanno disegnato una finestra che si apre sulla natura, quasi uno sguardo verso la libertà ma anche verso la comunità che si prende cura dei più piccoli. Curare significa anche lasciare liberi di esprimersi e di muoversi in uno spazio aperto, che oggi più che mai, rappresenta per i minori una necessità e un bisogno fondamentale.

Lasciare un segno artistico visibile è un modo per attivare le persone a occuparsi del territorio, dei giovani e dei più fragili, innescando percorsi di partecipazione per valorizzare il protagonismo delle ragazze e dei ragazzi che qui crescono. Uno stimolo a raccontare a tutti le storie che prendono vita in questi spazi comunitari: storie di riscatto e di creatività e di aggregazione.

 

 

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