#Unodinoi | Teatro di vita

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Nei laboratori che conduco è sempre bello vedere come “fioriscono” i ragazzi. E anche questa volta, non è stato diverso. Mi ha sorpreso, devo dire, la reazione dei maschietti che sono stati molto partecipi e decisamente più reattivi di quanto solitamente riscontro. Usare il teatro come via per il benessere, come aiuto per mettersi in gioco, per superare le proprie difficoltà e diffidenze è sempre un gran bel lavoro di scoperta! Ad ogni incontro, abbiamo lavorato su un tipo di linguaggio diverso: il linguaggio dei segni, quello delle emozioni, il mimo così da farli misurare con le diverse modalità di comunicazione ed aumentare la loro famigliarità con ciascuno di essi. E poi li ho invitati a scrivere un diario, una sorta di diario di bordo per raccontarsi giorno per giorno. Una delle cose che più è piaciuta, peraltro, è stato disegnare il grafico della vita in cui ognuno di loro ha dovuto disegnare una sorta di mappa con i fatti che hanno segnato maggiormente la loro giovane esistenza… Ci sono eventi che li segnano profondamente anche se non sembra, all’apparenza. E, poi, la torta degli interessi da cui è emerso chiaramente come l’amicizia, a quell’età (12 anni, ndr) primeggia su tutti, inclusi i genitori.
Ogni laboratorio che conduco mi regala qualcosa. In questo, ho potuto vedere come anche i ragazzini inizialmente più caotici, sul finire siano stati quelli che più hanno raccolto i messaggi lanciati, partecipando attivamente alle proposte e diventandone, anzi, protagonisti effervescenti. In tempi come questi, in cui i ragazzi si sono forzosamente abituati a stare in casa davanti ai videogiochi, laboratori come questo sono fondamentali per farli ritornare ad assaporare la bellezza dello stare insieme con tutte le sue conseguenti dinamiche.

Con il contributo di Roberto Fabbri, regista ed educatore ItaliaEducante Emilia-Romagna 

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