Il mare che include: l’esperienza in barca a vela dei ragazzi di progetto I.S.I.

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Si è conclusa qualche giorno fa la prima esperienza di navigazione che i ragazzi di Aipd Pisa e del Nautico di Carrara hanno fatto sulla goletta Oloferne di La NAVE DI CARTA – nostro partner nell’ambito del Progetto ISI e già da anni partner di AIPD Pisa Onlus!

La navigazione è cominciata il 6 Settembre con partenza da porto di Fezzano per concludersi il 12 Settembre, sempre con ritorno a Fezzano, dopo aver raggiunto e visitato Le Grazie, Porto Venere, L’Isola Palmaria, Lerici e Sestri Levante.

La vera meta del viaggio pero’ e’ stata il desiderio di imparare ad essere equipaggio, in mare e a terra, orientati e sospinti dai valori della marineria: solidarietà, mutua assistenza, accoglienza, soccorso in mare e a terra, cooperazione, rispetto delle regole, rispetto di sé, degli altri, dell’ambiente, tolleranza e inclusione.

A bordo della barca c’è posto per tutti: abili e diversamente abili, marinai al primo imbarco e lupi di mare, giovani e diversamente giovani. L’equipaggio è composto da quattro adolescenti dell’Associazione Italiana Persone Down (Angelica, Aurora, Samuele e Fabiano); quattro adolescenti del Liceo Nautico Fiorillo di Massa Carrara (Nicole, Arianna, Benedetta e Gianluca); due operatori dell’Associazione Italiana Persone Down (Margherita Furlan e Giovanni Iannuzzo); tre operatori dell’Associazione Nave di Carta (Lorenza Sala, Gabriele Mazzoleni, Marco Tibiletti capitano dell’imbarcazione).

Nel corso del viaggio i ragazzi hanno imparato, tra le altre cose, a identificare le varie parti di una barca, riconoscere i venti, individuare le rotte, realizzare i nodi tipici della marineria, fatto esperienze pratiche di ancoraggio, attracco al porto, issaggio e ammainamento vele, timonaggio e navigazione notturna.

Particolarmente stimolanti e divertenti sono state le esperienze di geocaching e orienteering sperimentate sull’Isola Palmaria.

Non sono mancati poi i momenti di svago come il bagno dalla barca e della spiaggia, l’attività fisica sul ponte, l’ utilizzo del Sup e del gommone, gli immancabili giochi da tavolo, le letture serali.

La giornata si completava con la creazione del diario di bordo, realizzato anche attraverso l’utilizzo di immagini.

Tutte le attività hanno avuto come filo conduttore l’incremento delle autonomie dei partecipanti ed il rispetto dei tempi di ognuno si è interfacciato alle tempistiche più dinamiche dettate dalla vita in barca a vela, trovando il punto d’incontro nella declinazione di ogni passaggio nautico sulla base delle necessità di ciascuno. Le novità dell’esperienza sono state strumento per stimolare e motivare i partecipanti ad affrontare paure e difficoltà.

La mediazione da parte degli operatori è stata utile per creare le basi su cui poi far crescere le relazioni all’interno del gruppo, indirizzandolo verso l’inclusione, la collaborazione, lo scambio e la consapevolezza che ognuno è parte fondamentale dell’equipaggio.

L’impegno è stato certamente ripagato dalle bellezze dei paesaggi attraversati durante il viaggio ma anche, e soprattutto, dalle molteplici occasioni di crescita e di confronto, dai momenti di condivisione e di relazione, dai legami che si sono creati, dalle piccole e grandi conquiste raggiunte.

Anche la convivenza è stata piacevole, come confermano le parole di Aurora : “La barca era bellissima. Sono stata molto bene con i ragazzi del nautico, mi sono garbati. Mi sono garbati anche gli educatori.
Mi è piaciuto molto scoprire le parti della barca e fare i nodi. Anche l’isola e i paesi che abbiamo visitato erano bellissimi, con le case colorate.
Subito ho avuto un po’ paura dell’altezza ma poi l’ho vinta salendo sul bompresso.”

e quelle di Fabiano : “Mi è piaciuto stare in barca. Sono contento. Mi è piaciuto cucinare per il gruppo. Abbiamo ascoltato tanta musica, abbiamo festeggiato il compleanno di Gianluca con una torta, siamo anche andati a prendere la pizza. La mattina invece facevamo ginnastica prima della colazione. I ragazzi mi sono stati simpatici.
L’anno prossimo riandiamo? Così faccio anche il tuffo con il giubbotto salvagente!”

Gli studenti del Liceo Nautico Fiorillo hanno invece scritto una lettera di ringraziamento alla fine dell’esperienza, riportiamo alcuni passaggi salienti :

“Grazie al vostro lavoro abbiamo capito l’importanza di alcuni principi ai quali, nella vita di tutti i giorni, non davamo il giusto peso […] Grazie ai nostri compagni di viaggio che ci hanno tenuto compagnia, ci hanno fatto passare dei bei momenti, ci hanno insegnato che la felicità sta nelle piccole cose e ad apprezzare ogni singola cosa […] Abbiamo capito che si può affrontare qualsiasi cosa senza paura ma con coraggio […] Abbiamo imparato l’importanza di essere diversi ma di sentirsi tutti uguali.”

Significativa anche la testimonianza di Giovanni e Margherita, membri dell’equipaggio :

“L’esperienza in barca a vela è stata senza dubbi particolarmente intensa. Ogni giorno si è travolti da un mare di emozioni diverse che ho cercato di vivere a pieno, nell’intento di trarre da ognuna di queste sensazioni un insegnamento. La sensazione di piccolezza dinnanzi alla forza e bellezza della natura ha rifatto nascere in me la capacità di stupirmi, anche stimolata dall’entusiasmo dei ragazzi con cui ho condiviso questa esperienza che essendo così giovani hanno vissuto ogni momento con stupore e allegria. Un’altra sensazione prevalente è stata quella di mettersi in discusisone: il contesto particolare porta a doversi adattare e mettersi in gioco da un punto di vista personale, mentre il confronto con figure professionali diverse porta al continuo lavoro su se stessi dal lato professionale. L’emozione più forte è stata data tuttavia dal vedere come tutti si impegnassero nel voler dare il proprio contributo per far andare avanti la barca, ognuno secondo le proprie attitudini, secondo il proprio carattere e personalità. Non sempre quindi è stato facile trovare il giusto equilibrio, ma la collaborazione, le relazioni, la voglia di sperimentare hanno fatto sì che alla fine del viaggio tutti volessimo solo ripartire.”

In conclusione credo che ognuno di noi sia sbarcato dalla Goletta Oloferne con una consapevolezza differente o perlomeno arricchito da un’esperienza che ha sicuramente lasciato un’impronta nella nostra visione della disabilità, del lavoro educativo, dell’inclusione.  proprio vero, come sottolineano gli amici della Nave di Carta, che Il mare educa, il mare insegna, il mare include.

 

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