La ricerca/azione del progetto Io Vivo Qui e la nascita di uno spazio biblioteca

di

Con questo articolo si vuole raccontare come, nell’ambito del progetto Io Vivo Qui, si è provato a immaginare un luogo partendo dai desideri e dai sogni di chi lo abiterà.

Ai primi di maggio Maddalena Bartolini e Milena Fois dell’Associazione di Promozione Sociale La Stanza hanno iniziato il percorso di ricerca/azione con le bambine e i bambini del Formicaio per creare insieme a loro uno spazio di benessere e condivisione dove stare, giocare e leggere. Il desiderio è quello di far nascere e crescere un luogo dove l’immaginario viene stimolato attraverso le esperienze, i sensi e i libri.

Che cos’è la ricerca/azione?

La ricerca-azione è un metodo che coinvolge i partecipanti come soggetti attivi del progetto. La ricerca rappresenta il processo conoscitivo; l’azione rappresenta il processo trasformativo e il potenziale cambiamento apportato dalla realizzazione delle attività.

bambina che scriveLa finalità della ricerca/azione è stata quindi quella di immaginare e ideare, insieme ad un gruppo di bambini e bambine, uno spazio biblioteca di quartiere che nascerà in un locale, vuoto e disabitato da parecchio tempo, nel quartiere della Maddalena, uno dei principali territori presi in considerazione dal progetto.

I piccoli partecipanti, come ideatori della biblioteca, sono stati coinvolti in un percorso esperienziale e sensoriale, che li ha pian piano guidati nel provare a creare un luogo secondo i loro bisogni e desideri.

La ricerca/azione, durata 8 incontri, ha permesso loro di fare esperienze diverse con il corpo, la vista, l’odorato, per ricercare e ritrovare dimensioni di piacevolezza e socialità dopo il lungo periodo della pandemia.

Il cerchio narrativo e la scrittura di un diario sono stati gli strumenti di raccolta dei loro pensieri, riflessioni e idee e hanno rappresentato i momenti di condivisione alla fine di ogni laboratorio.

 

Bambini esploratori e progettisti

Durante il primo incontro abbiamo conosciuto il gruppo di piccoli progettisti/e a cui abbiamo chiesto di aiutarci nella missione di esplorazione e ideazione di questo luogo della città.

Per prima cosa abbiamo consegnato loro un quaderno e una matita e li abbiamo guidati nel sopralluogo dello spazio vuoto e ancora in cantiere.

Essere coinvolti in prima persona in questa esplorazione e osservazione li ha fatti sentire “grandi”, sperimentando la prima fase di un progetto di ricerca e di architettura.bambini esploratori

Sopralluogo è diventata la prima parola indagata dalla ricerca/azione e nel quaderno hanno annotato tutte le caratteristiche del luogo ancora da ricostruire: “sa di chiuso e vecchio, disabitato, grigio, sporco, con ragnatele, puzza di pane, ci saranno tane di ragni e topi…”

L’esplorare questo luogo ancora vuoto, buio e misterioso ha fatto nascere in loro delle idee che sono state stimolate da alcune esperienze corporee vissute nei locali del Formicaio: essere dondolati su un telo, immergere le mani nella pula, essere guidati ad occhi chiusi, massaggiarsi le mani con olio profumato.

Attraverso la chiave del desiderio e del piacere hanno iniziato a pensare a un luogo ideale, dove giocare, leggere, ascoltare, sperimentare, lasciare traccia di sé e poterci tornare, farlo proprio. I bambini e le bambine hanno dato un nome a questa stanza immaginata: la camera dei sogni.

Dopo alcuni incontri in cui sono stati messi al centro delle proposte la fiducia, la conoscenza e la cura di sé e la relazione con l’altro, i bambini hanno scritto le caratteristiche di uno spazio dove stare bene e dove rilassarsi. Queste necessità sono state raccontate da loro attraverso alcune parole e immagini poetiche come: nuvola, altalene, alti letti a castello, cielo stellato e colori come azzurro, verde, rosaviola…

 

Una piccola luce calda nel quartiere

bambini dondolati sun un teloDurante il percorso lo spazio è stato rappresentato come se fosse una piccola luce calda nel quartiere, un riferimento per orientarsi e riposare in città e per trovare un posto sicuro e di benessere.

Negli ultimi incontri, grazie alla costruzione di un loro angolino, hanno provato a rendere materici i loro sogni legati allo spazio. Ogni bambino e bambina ha realizzato, su un piccolo triangolo di legno, il proprio angolo dei desideri, come se fosse parte di una stanza in miniatura: un fondale marino, una foresta, una stanza dai mille colori, un giardino fiorito, un luogo abitato da animali della giungla e da serpenti pop-up.

Le parole e i progetti – gli angolini – dei bambini e delle bambine saranno consegnati a giovani architetti che cercheranno di trasformare l’immaginario bambino in un luogo reale, dedicato alle nuove generazioni. Lo spazio, che è in corso di ristrutturazione, viene quindi ripensato e stimolato dalle suggestioni dei bambini.

In questa fase di raccolta dei loro immaginari sono state coinvolte Barbara Schiaffino e Daniela Carucci di Andersen, La rivista Italiana dei libri per ragazzi e partner del progetto, a cui è stato chiesto di partecipare agli ultimi incontri per osservare e tenere traccia di quello che veniva espresso dai bambini e raccontato dai loro angolini. Dopo questi incontri, Daniela e Barbara hanno poi scelto e regalato ai bambini un libro ispirato alle loro idee.

 

Una bibliografia condivisa

Si è dato avvio così ad una nuova azione fondamentale del progetto che è quella di costruire una bibliografia condivisa, i cui titoli nascono dalle attività e dall’immaginario dei partecipanti al progetto.

 

 

 

 

 

 

I primi titoli della biblioteca

1. L’Isola di Mark Janseen -Lemniscaat – Vincitore premio Andersen 2020 Miglior libro senza parole

2. Piccola Volpe, di Edward Van de Vendel, ill. Marije Tolman, Il Castoro

3. Colorama di Crushiform – L’Ippocampo – Vincitore Premio Andersen Miglior libro fatto ad arte 2018

4. 1,2,3 Si Vola! di Natali Fortier – L’Ippocampo

5. L’Isola schifosa William Steig -Rizzoli

6. Caro Giraffa Caro Pinguino di Megumi Iwasa – Lupo Guido.

7. Il Divano Perfetto di Fifi Kuo- Gallucci

8. I fiori della piccola Ida, di Hans Christian Andersen, ill. Daniela Iride Murgia, Edizioni Corsare

9. I miei vicini di Einat tsarfati – Il Castoro – Finalista Premio Andersen 2020

10. Fiori di stagione, Emmanuelle Kecir-Lepetit, ill. Léa Maupetit,  Ippocampo

A fine percorso i diari di viaggio sono stati riconsegnati ai piccoli partecipanti affinché siano loro a custodire tutto il processo che ha portato la ricerca/azione a raccogliere idee progettuali sullo spazio e a individuare i primi libri della biblioteca partecipata e condivisa.

Regioni

Ti potrebbe interessare

Verso la nuova biblioteca di quartiere

di

Un altro passo è stato fatto verso la creazione della biblioteca di quartiere, tassello importante del progetto Io Vivo Qui che vede...

Arrivano i Maggie’s Day del progetto IO VIVO QUI!!!

di

Ogni ultimo sabato del mese si svolgeranno in diverse sedi e piazze del Sestiere della Maddalena i Maggie’s Day: un’occasione per far...

IO VIVO QUI: un progetto di rete nel centro storico di Genova

di

In occasione del bando “Un passo avanti”, promosso dall’Impresa sociale “Con i bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa...