Innesti di comunità: un percorso collettivo per il territorio
di pisacane099
Si è concluso il progetto “Innesti di comunità. Spazi aperti per crescere insieme”, due anni di lavoro collettivo per far crescere la comunità educante di Tor Pignattara.
Lo scorso 6 marzo ci siamo ritrovate nell’ex casa del custode dell’IC Salacone (plesso Pisacane), ora Casa Khan, per l’evento conclusivo del progetto.
Un pomeriggio che ha segnato un passaggio importante per tutta la comunità che dopo due anni di lavoro si è dotata di uno strumento in più per rafforzare le sinergie già in essere tra scuola e territorio e immaginare nuove strade. Il 6 marzo, infatti, è stato firmato il Patto educativo di comunità tra l’IC Salacone, il Municipio V, la ASL e oltre 25 realtà del territorio. Si tratta del primo patto di comunità nel V municipio della città di Roma.
Il Patto non è solo un successo all’interno di un singolo progetto, ma è frutto dell’impegno di una comunità che da oltre 15 anni sperimenta pratiche e costruisce percorsi per diventare più coesa, consapevole e attenta alle esigenze delle nuove generazioni.
Il pomeriggio del 6 marzo è stata anche occasione per tirare le fila e restituire un bilancio di Innesti di comunità, progetto che ha consentito di sistematizzare un percorso, mettere insieme idee, esperienze e competenze per un agire collettivo.
L’aspetto fondamentale che ha garantito la riuscita del progetto, è stato il fatto che rispondesse a un bisogno concreto: quello di rendere più consapevole la comunità già esistente attorno alla scuola Pisacane, dotarla di un presidio e di uno strumento operativo.
Il progetto ha preso avvio con una fase di ascolto e mappatura dei bisogni, intercettando i diversi attori della comunità: bambine e bambini, ragazzi e ragazze, genitori, docenti, abitanti del quartiere, associazioni.
Successivamente sono state avviate le attività di co-progettazione organizzate in tre tavoli con focus specifici: la creazione di un piano formativo per l’implementazione di competenze di comunità; la definizione degli spazi e degli usi dell’ex casa del custode, trasformata in casa della comunità; la stesura del Patto educativo di comunità.
Il lavoro nei tavoli ha consentito di:
- implementare i percorsi formativi realizzati grazie a vecchie e nuove collaborazioni, in diversi luoghi del territorio, con modalità differenti e sempre in ascolto dei bisogni e delle necessità delle persone;
- rinnovare l’ex casa del custode, trasformata in Casa Khan, casa del quartiere e della comunità, aperta a tutti e tutte;
- realizzare molti incontri partecipati finalizzati alla stesura del Patto di comunità.
I percorsi di formazione sono stati un’occasione per molte persone della comunità, bambine e bambini, insegnanti, genitori, ma anche realtà associative non direttamente coinvolte nel progetto, di beneficiare di momenti di confronto e conoscenza su temi molto differenti e trasversali, con il fine di accrescere le capacità e le competenze.
I lavori di ristrutturazione dell’ex casa del custode hanno consentito di dotare la comunità e il quartiere di uno spazio bello, rinnovato e funzionale che risponde al bisogno di avere un luogo d’aggregazione gratuito e funzionale a esigenze disparate.
Il Patto educativo di comunità è uno strumento per mettere in relazione diretta i servizi educativi, le scuole, la pubblica amministrazione e le realtà del territorio, con progetti e azioni che non sono più isolati, ma che si integrano in una visione condivisa del futuro.
Tutto questo è stato raccontato durante l’evento conclusivo alle numerosissime persone presenti, attraverso le parole dei partner del progetto, i video realizzati nel corso di questi mesi e la possibilità di vedere lo spazio e conoscere il Patto educativo di comunità.
L’appuntamento è stato anche un’occasione per un confronto con il municipio, presente nelle persone del presidente Mauro Caliste e dell’assessora alla scuola Cecilia Fannunza, e con la dirigente scolastica, Rosanna Labalestra.
Un approfondimento sulla funzione e il valore dei patti educativi è stato affidato a Elisabetta Salvatorelli di Labsus. Le conclusioni sono state affidate a Elisa Agolini, Referente Attività istituzionali Con i bambini, che ha restituito il quadro generale nel quale è stato concepito l’intervento destinato alle Comunità educanti, del quale il progetto ha beneficiato.
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