Giovani, resilienza e… parkour
di Save the Children Italia Onlus
Una delle capacità che più viene richiesta ai ragazzi per potere uscire illesi dall’adolescenza è senza dubbio la resilienza, soprattutto in contesti dove diverse dinamiche possono appesantire il peso di questa fase della crescita (provenienza da culture differenti, la difficoltà di una lingua nuova, contesti che favoriscono i comportamenti a rischio …).
Ci siamo quindi chiesti come poter allenare i ragazzi e le ragazze alla resilienza attraverso attività che rientrano nei loro interessi. Dopo un confronto diretto con loro e un’analisi delle risorse territoriali, è stato appurato che lo sport poteva essere la risposta al nostro bisogno.
L’attività sportiva rientra tra i diritti dei ragazzi, viene riconosciuto già dai primi anni di vita grazie alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, firmata nel 1989 e ratificata in Italia nel 1991, e promosso anche dal Trattato europeo di Lisbona del 2009. L’importanza è data proprio per la capacità di apportare miglioramenti psico-fisici nei giovani, attraverso la gestione e l’allenamento delle life skills, delle emozioni, del rispetto alle regole, dello stare bene in gruppo. Anche in psicologia dello sport il movimento è visto come espressione di emozioni e movimenti interiori; ma quale disciplina può essere adatta al nostro scopo? Quale sport riesce a sviluppare o potenziare la resilienza?
Tra le risposte è emerso senza dubbio il PARKOUR, una disciplina che nasce in Francia, ispirata ad un percorso di guerra creato durante un particolare allenamento militare, e che in Italia viene riconosciuta dal CONI nel 2017.
Gli operatori di Futuro Prossimo hanno quindi inserito nell’azione di progetto che prevede di strutturare attività educative sul territorio degli incontri di parkour con l’associazione APTA PARKOUR MESTRE presso i Centro Sportivo di Chirignago (VE).
All’iniziativa hanno aderito circa quindici ragazzi dai 14 ai 17 anni che si sono messi in gioco e hanno provato una serie di movimenti base, ad esempio i volteggi, i quali generalmente hanno lo scopo di superare l’ostacolo. Ed è proprio questa l’idea ispiratrice del progetto: trasmettere la capacità di superare un ostacolo con efficienza, velocità e movimenti semplici, adattandosi all’ambiente circostante, utilizzando cioè ciò che offre il territorio e trasformandolo in una risorsa. Non è forse questo il concetto di resilienza?
Ai ragazzi è piaciuto molto, motivo per cui è stato pensato uno step ulteriore nei prossimi mesi.
Articolo a cura di Marilisa Chiumento, Cooperativa Itaca
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