Benessere e sicurezza online: come?

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I bambini oggi possono partecipare in modo sempre più autonomo alla vita online, con la possibilità di giocare, comunicare, condividere e ricevere informazioni, esprimere loro stessi, esplorando le loro identità, comprendere ed apprezzare le diversità (e molto altro).

Ma è importante che possano fare tutto ciò in sicurezza, potendo imparare senza “farsi (troppo) male”.

Come possono i genitori aiutare i più piccoli in questo? 

Prima di tutto, ponendo delle regole condivise sull’utilizzo degli schermi a casa (e non solo). 

Condivise significa sia concordate insieme, sia rispettate da tutti. Se, ad esempio, si decide che il momento della cena sarà libero da schermi, questo significa che anche i genitori dovranno rinunciare all’edizione serale del telegiornale. In questo modo i bambini si sentiranno rispettati e più motivati a rispettare i confini proposti. Inoltre, le regole possono anche essere vissute in modo giocoso: ad esempio ci si può “sfidare” a chi riesce a stare più tempo senza smartphone, trovando alternative altrettanto divertenti! 

Inoltre, sarà importante creare delle condizioni nelle quali il bambino potrà imparare in prima persona, seppur accompagnato dagli adulti. Infatti, fornire un elenco di informazioni senza permettere la sperimentazione rischia di non essere utile. 

Va ricordato inoltre che per un positivo utilizzo delle nuove tecnologie, in particolare delle piattaforme social, non servono solo competenze tecniche. Il bambino, per esempio, va aiutato nel riconoscimento delle emozioni che stare online gli provoca. Ad esempio: come lo fa sentire raggiungere un nuovo livello di quel videogioco? E ricevere un messaggio da un amico?

Consideriamo inoltre il tempo passato davanti agli schermi. Si tratta di un aspetto spesso citato quando si parla di benessere digitale, solitamente sottolineando l’importanza di limitarlo e controllarlo, Tuttavia, da un lato misurare il tempo passato davanti a tablet, smartphone, computer o tv è sempre più complesso, dal momento che molti di noi, anche per necessità lavorative, sono quasi costantemente connessi. Dall’altro lato, i dispositivi permettono di ingaggiarsi in molte attività anche parecchio diverse tra loro: non possiamo considerare allo stesso modo scrollare il feed dei social senza pensare, scrivere agli amici, guardare la propria serie tv preferita o creare contenuti post originali e relativi ai propri interessi.

Quindi, possiamo facilmente concludere che non è il solo tempo passato davanti allo schermo a dover essere considerato per il benessere digitale della famiglia. Una bussola più utile sono le domande proposte da Anne Collier, che dagli anni ’90 si occupa di temi legati al digitale.

  • Che cosa è importante per noi come famiglia?
  • Che cosa sta succedendo tra di noi in questi giorni?
  • Che cosa sta succedendo nel mondo che ci influenza, come famiglia e come individui?
  • Cosa stiamo pensando e provando noi, grandi e piccoli?

Domande utili per riportare al centro le aspirazioni e i bisogni di tutti, e solo dopo considerare come il digitale possa aiutare a soddisfarli o, al contrario, possa portare fuori strada.

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