Minori stranieri: piccoli costruttori dell’Italia che sarà

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È di pochi giorni fa l’uscita dei risultati di uno dei monitoraggi realizzati dall’osservatorio Conibambini in collaborazione con Openpolis riguardo ai minori stranieri.
I dati mettono nero su bianco quanto il Gruppo Abele  (e Binaria nell’ambito del progetto pluriennale “E se diventi Farfalla”, sostenuto proprio da Con i Bambini attraverso il Fondo per il contrasto alla povertà educativa) ha sotto gli occhi nel proprio lavoro quotidiano accanto alle famiglie migranti e a i loro figli, minorenni così detti di “seconda generazione” ossia nati nel nostro Paese da genitori stranieri: la fatica di queste famiglie nel portare avanti il proprio progetto migratorio è ovviamente una sfida impegnativa, nella costante tensione tra la cultura di origine e quella in cui si vive. Ma a questo già corposo compito, che è mentale, fisico ma in definitiva fisiologico, si aggiungono spesso il peso dell’isolamento, della discriminazione e della povertà (oltre il 30 percento delle famiglie straniere con minori in Italia si trova in una condizione di povertà assoluta (per una città come Torino, secondo i calcoli Istat, si parla di un reddito famigliare di circa 1700 euro per una famiglia di 4 persone con due figli a carico).

L’ambito dell’educazione, dalla scuola alle attività culturali esterne e gratuite fornite dal territorio, possono fare la differenza, nel restringere la forbice che inesorabilmente tende a dividere i bambini con genitori nati e cresciuti in Italia da quelle in cui gli adulti di riferimento arrivano da paesi in via di sviluppo (per il Piemonte in primis da Romania, Marocco e Albania). Il rendimento scolastico più basso e l’abbandono del percorso di studi (tre volte superiore nei minori stranieri rispetto a quelli con cittadinanza italiana) sono infatti campanelli d’allarme di un’integrazione che stenta a produrre buoni frutti.
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Dopo tre anni di attività quotidiana, grazie a proposte formative che guardano all’intero nucleo famigliare dei ai bimbi in età prescolare (0-6 anni) , il progetto “E se diventi Farfalla” ha coinvolto centinaia di bambine e bambini (stranieri e non) fornendo loro, attraverso gli strumenti dell’arte e del gioco in ogni accezione, possibilità  educative e ricreative (ma anche formative per insegnanti e operatori sociali) volte a ridurre (idealmente a colmare…) il gap creato da un contesto socio-economico sfavorevole.

Prorogato fino al 2023 a causa dell’emergenza Covid, il progetto, che doveva concludersi nel 2021, avrà un tempo supplementare in cui continuare a produrre contenuti a sostegno delle famiglie fragili.

Certi che nel percorso  intrapreso, Binaria e il Gruppo Abele abbiano lasciato cadere semi concreti per rafforzare sul territorio in cui operano l’interculturalità e quei principi di inclusione e convivialità che orientano il nostro  cammino, ci auguriamo che progetti di questo tipo possano trovare continuità.

Il futuro di tutte e di tutti, passa da una società che sa comprendere anziché marginalizzare. A partire dai più piccoli. Da quel milione di minori stranieri, nati all’estero o in Italia da genitori stranieri, che la legge non considera cittadini italiani, ma che costruiscono l’Italia di domani.

Minori stranieri: piccoli costruttori dell’Italia che sarà

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