Mantova Playground: gli interventi di collettivo Parasite 2.0
di Zaffiria
È davvero entusiasmante constatare che un progetto realizzato dal Comune di Mantova in occasione di Mantova Capitale della Cultura 2016 si sia trasformato in occasione per sperimentare sul territorio nuove modalità di fare didattica, dove l’arte incontra, non solo quei bambini che solitamente non accedono a questa tipologia di offerta, ma le loro stesse famiglie, coinvolgendo papà e mamme in questa avventura.
Mantova Playground era nato con lo scopo di creare una didattica della città, che abbracciasse, oltre ai musei, tutti i suoi spazi, le sue piazze, le sue vie. Per farlo si era deciso di collaborare con professionisti di vari settori che hanno portato nuove e innovative modalità di fare e progettare la didattica. Da cosa nasce cosa e, insieme a una rete territoriale (di cui fanno parte le scuole dell’infanzia E. Berni e O. Pacchioni e il festival di teatro per l’infanzia, Segni New Generations Festival) e nazionale siamo entrati a far parte del grande progetto E se diventi farfalla.
A un anno di distanza dalla prima riunione insieme a tutti i partner, abbiamo realizzato il progetto Una ludoteca tra i banchi grazie a cui le scuole sono state aperte in orario pomeridiano permettendo ai bambini dei due quartieri coinvolti di poter continuare a vivere la scuola oltre l’orario scolastico. Grazie all’atelierista-scenografa Arianna Maiocchi, i bambini, e spesso i loro fratelli, hanno potuto, partendo dalla lettura di albi illustrati, conoscere un po’ meglio il loro ruolo nello spazio grazie a laboratori espressivo-manipolatori (allego scheda di Arianna).
Oltre a questo il collettivo Parasite 2.0, partendo dalle suggestioni proposte dalle maestre dei due plessi, hanno creato due grandi installazioni-mostre-gioco, (Co-working d’infanzie), coinvolgendo i bambini a ripensare attraverso una serie di laboratori (Bellezza come bene comune) alle relazioni tra le persone a partire dalla loro posizione spaziale. Il progetto, intitolato, City Hall Play, si è configurata come un’aula scolastica speciale, dove gli alunni si sono ritrovati a riprodurre l’atto del dare forma agli spazi in collettività. La lezione si è trasformata in atto performativo, una sorta di spettacolo teatrale in cui gli alunni sono stati attori inconsapevoli, senza regista e senza copione. Il titolo infatti è basato su un gioco di parole tra play, come appunto gioco e il suo ulteriore uso per definire lo spettacolo teatrale. Il gioco è composto da diversi elementi: la scenografia rappresenta appunto il palazzo del comune, il city hall. Il mattone ci racconta invece della possibilità di costruire in maniera collettiva, pezzo per pezzo, lo spazio in cui le nostre vite si svolgono. Elemento ultimo sono state appunto le bandiere, simbolo in cui si riconosce una collettività. Attraverso un gioco per fasi che ha visto i bambini impegnati, prima nella realizzazione di un’architettura e poi di una bandiera, i bambini sono stati invitati a riflettere e comprendere come qualsiasi differenza possa essere annullata nell’atto di dare forma all’ambiente collettivo.
Oltre alla serie di laboratori realizzati con i bambini e le loro famiglie, parte essenziale del progetto sono state le ore dedicate alla formazione del corpo docente e di operatori del settore sempre a cura del collettivo dei Parasite 2.0, sempre all’interno del progetto Bellezza come bene comune. Grazie a questa parte di progetto sono stati coinvolti, oltre agli insegnanti delle due scuole partner, anche gli insegnanti di altre scuole della città, alcuni operatori didattici (che speriamo aumentino di numero nei prossimi anni) e un importante polo culturale della città, quale Palazzo Te.
Nel 2019, coinvolgeremo come gruppo artistico i Landscape Choreography che porteranno i bambini a riflettere sulle loro emozioni dando vita a un enorme gioco memory che potrà animare oltre ai giardini delle due scuole, anche le piazze del quartiere e della città.
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