DALLA SINERGIA TRA EDUCAZIONE FORMALE E INFORMALE: UNA SERIE DI STORIE INVENTATE PER (RE)STARE VICINI

di

Le attività di progetto DOORS sono realizzate negli istituti scolastici coinvolti nel partenariato (11 in tutto dal nord al sud Italia) e in alcuni presidi educativi territoriali extrascolastici, tra i quali il Centro giovani e scuola d’arte MaTeMù del Municipio I di Roma, coordinato da CIES onlus.

Promuovere la sinergia tra poli di educazione informale e istituti scolastici per creare presidi educativi più forti, permette di sperimentare un modello di welfare comunitario che potrà essere utilizzato al termine dell’emergenza per consolidare quella comunità educante, tanto spesso raccontata ma poco praticata. Ed è una delle principali linee guida che abbiamo individuato e ritenuto ineludibili per contrastare in modo efficace la povertà educativa minorile e l’abbandono scolastico in aumento anche a causa dell’emergenza in corso.

In questo periodo di pesante “distanziamento e isolamento fisico” e in forza di una relazione sinergica che abbiamo sempre incoraggiato, la collaborazione creativa tra l’I.C. Balabanoff , partner di progetto DOORS, e MaTeMù ha preso forma spontaneamente dallo spirito d’iniziativa dell’insegnante Luana Catini e dell’arteducatrice Cristina Gasperin. Ed è stata una bella sorpresa. Rappresenta un esempio concreto di forme inedite di fare “scuola” in modalità asincrona che tutelano la vicinanza umana nonostante la barriera dello schermo e offrono opportunità di apprendimento creativo e divertente.

 

di Luana Catini e Cristina Gasperin.

Le storie inventate dai ragazzi e le ragazze della 1F della scuola media “A. Balabanoff” a Roma nascono da una suggestione, da un suggerimento.
La storia di Cappuccetto Rosso dal punto di vista del lupo che Cristina, educatrice di MaTeMù, ha raccontato nelle prime settimane di lock-down in un video aperto a tutti e tutte, lanciato nell’etere, con la sfida a giocare insieme, a inventare, a dare libera espressione alla fantasia. “E tu, come la scriveresti una storia?”.

Ed ecco che Luana, un’amica, un’insegnante, raccoglie la sfida. E con lei i ragazzi e le ragazze della I F dell’ I.C. A. Balabanoff. E all’improvviso arrivano 12 storie, 12 file audio che dicono: ci siamo! Stiamo giocando con voi.

Lo stimolo che ha innescato la creatività è la dimostrazione che il ruolo della comunità educante si può rafforzare se si stringono legami e si costruiscono sinergie tra gli attori del territorio, con il collante delle relazioni umane. I linguaggi informali provenienti dall’esterno che si infilano dentro l’istituzione scolastica oliandone i meccanismi, muovono nuove energie e generano scintille di creatività inusuale.

La didattica a distanza ha puntato il riflettore sulla necessità, a questo punto indispensabile, di cercare nuove strategie per stare “vicini” nonostante la barriera dello schermo. Forme nuove, diverse, necessarie per sfuggire alla noia che è il miglior alleato della distanza.
Questa serie di storie inventate, scritte e lette ad alta voce dai giovani studenti e studentesse della 1F sono la testimonianza di ciò.

La I F dell’I.C. A.Balabanoff è una classe pronta a far volare la fantasia, le sollecitazioni a riguardo trovano sempre una risposta entusiasta e questa esperienza, ha notevolmente stimolato e soprattutto divertito i ragazzi. L’idea che una propria produzione scritta, poi narrata, possa valicare i confini della scuola e i margini del proprio quaderno, o pc in questa fase, ha prodotto gratificazione da una scrittura percepita come comunicazione reale e trasmissione di qualcosa di sé e non solo come mero esercizio assegnato: è come se avere un pubblico invogli ulteriormente a scrivere e la penna (o tastiera) diventi il modo per raccontare sé e per comunicare, per essere parte di qualcosa.

Decisamente proficua questa esperienza, come tutte le altre “insolite”.
Bisogna sempre cercare nuove strade e nuovi modi: i ragazzi hanno sete di fantasia, di colore, hanno bisogno di esprimersi e di indagare se stessi anche.
C’è bisogno di immaginare, c’è bisogno di ridere, c’è bisogno di osare. E la scuola deve anche insegnare a fare questo.

Permettere all’educazione formale scolastica di attingere alle proposte informali che nascono dal territorio può aiutare a stringere legami e contribuire a rafforzare le sinergie della comunità educante.
Questo permette di respirare nuovi stimoli. Permette di rendere la proposta didattica più varia, più creativa, maggiormente divertente, perché “nelle nostre scuole, generalmente parlando, si ride troppo poco. L’idea che l’educazione della mente debba essere una cosa tetra è tra le più difficili da combattere.” (Rodari, Grammatica della fantasia).

I 12 racconti delle ragazze e dei ragazzi della IF dell’I.C. A.Balabanoff:

I tre porcellini, di Martina

Il lupo e i tre porcellini di Matteo

Il nano malefico di Maria

Io e Biancaneve di Irene

La principessa sul pisello di Joanna

Lo specchio e la matrigna di Luca

Biancaneve di Giulio

Cappuccetto Rosso di Valerio

Fiaba al contrario di Karen

Hansel e Gretel di Bianca

Hansel e Gretel di Lorenzo

I tre porcellini di Marco

 

Ti potrebbe interessare

Alzatevi dal letto e breaking up! Pillole di solidarietà digitale dal presidio educativo territoriale MaTeMù

di

“Non Lasciamoci Soli” è l’iniziativa solidale messa in campo da MaTeMù, Centro Giovani e Scuola D’arte del Municipio I Centro di Roma...

Linux Day, la giornata del software libero tra musica, robotica, cloud e partecipazione digitale

di

Nota stampa Dal PDP, la storica associazione del software libero, arriva il programma definitivo del Linux Day 2021, che si terrà sabato...

PROGETTO DOORS PER RECUPERARE IL VUOTO DEL DISTANZIAMENTO LA SCUOLA SI ALLEI CON IL TERRITORIO

di

Nota stampa Mettere in campo ogni iniziativa per rispondere alla povertà educativa, acuitasi con la crisi pandemica. Una povertà che non si...