QUALCOSA SI È ROTTO DENTRO DI ME

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Qualcosa si è rotto dentro di me, e forse dipende anche da una situazione familiare un po’ complicata… il tempo scorre e a me sembra di non essere abbastanza, di non amare in maniera giusta.

Ancora una volta le mie riflessioni partono dal mio essere madre: sono preoccupata per i miei figli, per il mio bel biondo dodicenne che fa finta di niente; sono preoccupata per il finto duro 9enne che scrolla le spalle ma dentro ha una rivoluzione che non vuol far vedere; sono preoccupata per la piccola peste che proprio ieri mi ha domandato “quando finisce il virus” almeno può invitare i suoi amichetti a casa.

Queste mie preoccupazioni poi si fanno generali e allora mi domando come reagirà questa generazione, quali saranno le conseguenze, quanti ragazzi cadranno nel voler assaggiare la vita fino in fondo e, soprattutto, mi interrogo su qual è e sarà il nostro compito.

Percepisco che i nostri giovani, rispetto al primo lockdown, sono meno motivati o forse siamo noi adulti a esserlo e a non trasmettere loro la speranza, la bellezza dei sogni.

Che cosa dobbiamo fare? Intanto credo che sia necessario partire dalle parole di Don Antonio “giù di morale non deve esistere nel nostro vocabolario”. Dobbiamo semplicemente, si fa per dire, cercare di essere positivi, di trovare il bello in ogni cosa e come dice De Andrè: “dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”.

Dobbiamo inventare nuovi modi di stare insieme, essere coraggiosi, non aver paura di sbagliare e, secondo me, non dobbiamo giudicare.

Spesso nell’ultimo periodo i ragazzi sono stati additati come degli irresponsabili per la loro voglia di stare insieme e probabilmente è vero…

I ragazzi sono caos. Il caos, se gestito nel giusto modo, può essere la più bella sinfonia mai sentita.

Simona Verdinelli, Educatrice Polo Viterbo 

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