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CostellAzioni incontro il quartiere Cuneo Storica

Cosa hanno in comune la danza, il parkour, la banda musicale, il museo diocesano, la danza terapia e la biblioteca? La risposta per noi è semplice: è una delle nostre CostellAzioni. Quella del Centro Storico di Cuneo che nell’incontro del 23 marzo ha iniziato a tracciare le rotte del progetto che ci unisce contro la povertà educativa.

Ma andiamo per ordine.

L’incontro del nostro progetto con la comunità del Centro Storico di Cuneo è iniziato con un Focus sulla spiegazione del progetto Costellazioni e delle azioni ad esso collegate da parte di Enrico Santero della cooperativa Emmanuele.

Poi è stata la volta dei partecipanti di presentarsi con una breve descrizione di chi erano e di descrizione della loro realtà/associazione. Una panoramica ampia e composita con Istituto Comprensivo Cuneo Corso Soleri, il Consorzio Socio Assistenziale del Cuneese, assistenti sociali del territorio, la Compagnia Melarancio, Emmaus, Pensare in Granda scs – Pingcn, Esseoesse Onlus, Maison de la danse, la Biblioteca 0-18, ABL Amici delle biblioteche e della lettura, lo Spazio Aggregativo Pulce d’acqua, il Comitato Centro Storico, l’Assessora ai servizi scolastici e terza età del Comune di Cuneo, la Cooperativa Sociale Momo.

Ad animare e condurre l’incontro, non poteva essere diversamente, l’educatrice di comunità Fabiola Dutto della cooperativa Emmanuele che ha messo in luce la “Costellazione presente” cioè una mappatura del territorio, delle caratteristiche del target a cui è rivolto il progetto e delle loro famiglie.

E poi si è iniziato a parlare, sognare, progettare la “Costellazione futura”, partendo dalle difficoltà che riguardano i ragazzi 11-15 anni in povertà educativa del territorio di Cuneo Storica. Per arrivare a Cosa si potrebbe fare sul territorio di Cuneo Storica.

Un pensiero comune che agisce su due fronti: da una parte la volontà di creare una rete per far conoscere le diverse bellezze che Cuneo storica possiede; dall’altra la creazione di spazi informali in cui conoscere le istituzioni presenti.

Sul primo punto: creare del laboratori di danza terapia, di teatro, di musica per esprimere ciò che i giovani hanno dentro si è parlato anche di attività nuove non presenti come il parkour. infine sempre in collegamento alla possibilità di far conoscere le bellezze si è fatto un elenco delle realtà e possibilità che animano il quartiere come la biblioteca, il museo civico, il conservatorio, la banda musicale, il museo diocesano… ma anche la possibilità di lavorare negli spazi verdi della città.

Oltre ad esprimere ciò che i ragazzi possiedono è importante anche che imparino ad esprimere i propri problemi e le proprie difficoltà ed è per questo che è stato pensato il punto numero due: la creazioni di spazi informali può aiutare il minore a sentirsi più libero di espressione e allo stesso tempo consapevole di trovare persone che possono essere dei punti di riferimento o delle stelle luminose.

Questi pensieri sono nati dall’esigenza e dalla volontà comune di non creare solo inclusione tra i giovani 11-15 anni in povertà educativa ma principalmente di creare integrazione tra loro e tutto il resto del quartiere che vive con loro questi anni importanti per creare legami e spazi di condivisione.

Come ci siamo lasciati? Con un “arrivederci a presto”. Tutti d’accordo ad un prossimo incontri per poter rendere concrete le idee che sono emerse durante questo incontro nell’ottica di creare una progettazione partecipata.

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