Laboratori sensoriali di agricoltura sociale
di Istituto comprensivo 88 Circolo E. De Filippo
Jean Piaget sosteneva che un ambiente di apprendimento fertile e multisensoriale – con le forme e le superfici, i colori, gli odori, i gusti e i suoni del mondo reale – è fondamentale per il pieno sviluppo cognitivo ed emotivo del bambino.
Coltivare è il gesto più antico, forse il primo che ha consentito di parlare di civiltà. Coltivare un orto a scuola è coltivare prima di tutto se stessi.
La pedagogia del fare e della riuscita mette in atto un apprendimento esperienziale che le generazioni più giovani non sempre hanno modo di sperimentare. Coltivare a scuola è un modo per imparare.
Imparare a conoscere il proprio territorio, il funzionamento di una comunità, l’importanza dei beni collettivi e dei saperi altrui. Coltivare l’orto a scuola è un’attività interdisciplinare adattabile ad ogni età, un’occasione di crescita in cui si supera la divisione tra insegnante e allievo e si impara condividendo gesti, scelte e nozioni, oltre che il metodo.
Il laboratorio offre ai bambini la possibilità di esplorare le loro infinite risorse, esprimere le loro potenzialità e sviluppare competenze e la loro curiosità; e ri-creare uno spazio quale luogo di senso per le relazioni sociali, la cultura sperimentata, le trasformazioni naturali. Trasformare i luoghi e creare cultura.
Metodologia: “Imparare facendo”, sviluppare la manualità e il rapporto reale e pratico con gli elementi naturali e ambientali, “prendersi cura di”, imparare ad aspettare, cogliere il concetto di diversità, lavorare in gruppo.
La proposta di orto didattico nasce con l’intento di favorire i bambini nell’uso corretto delle risorse a disposizione e una corretta e sana alimentazione, stimolando e facendo acquisire ai piccoli discenti una maggiore consapevolezza sull’alimentazione, l’agricoltura e il territorio, con la convinzione che una sana educazione alimentare debba proprio cominciare nel contesto scolastico.
La strutturazione di un orto scolastico recuperando spazi abbandonati e dismessi, rappresenta uno strumento di educazione ecologica potente e multiforme capace di riconnettere gli alunni con le origini del cibo e della vita. I bambini stanno imparando a conoscere ciò che mangiano producendolo da soli gli ortaggi e rispettando le risorse del nostro pianeta.
Le attività prevedono il coinvolgimento di tutte le dimensioni per sollecitare esperienze di apprendimento, di riuscita di tutti i soggetti coinvolti, anche grazie alla collaborazione, alla valorizzazione di quelle capacità che all’interno della classe fanno fatica a connotarsi come tali.
In particolare la dimensione socio-affettiva prevede il coinvolgimento di gruppi classe che presentano anche alunni diversamente abili, con difficoltà d’apprendimento e/o con problemi comportamentali, in attività pratiche, di movimento, prevalentemente all’aperto, che richiedano impegno e collaborazione e che pongano i bambini sullo stesso livello di abilità.
Favorire nei bambini una minima assunzione di responsabilità nel prendersi cura dell’orto e del giardino.
Impegnarsi in attività che spesso non danno risultati immediati:
- saper aspettare
- avere pazienza
- non dimenticare
Favorendo lo sviluppo di un “pensiero scientifico” in essere. Puntando e rafforzando le capacità di saper descrivere, argomentare, ascoltare; saper riconoscere e mettere in relazione semi, piante, fiori, frutti; saper porre problemi e formulare ipotesi e soluzioni; saper utilizzare un linguaggio specifico. Sviluppando e aumentando i livelli di difficoltà per quanto riguarda la sperimentazione e la necessità di elementari strumenti di misura e di registrazione della crescita degli ortaggi; saper usare il calendario per prevedere semine, trapianti, raccolti; sperimentare la ciclicità, naturalmente rispetto il livello di comprensioni e capacità degli alunni di un asilo.
(il ciclo vitale delle piante – il ciclo alimentare – il ciclo delle stagioni…)
- Acquisire competenze pratiche nelle attività agricole e favorire lo spirito di cooperazione.
- Migliorare i rapporti interpersonali.
- Favorire la collaborazione tra gli alunni.
- Assumersi dei piccoli impegni e mantenerli nel tempo.
- Facilitare e promuovere esperienze fortemente inclusive tra diversamente abili, normodotati.
Quindi il processo in divenire è lo sviluppo di un’idea dell’orto didattico come luogo di comunicazione, integrazione ed interazione, nasce dall’esigenza di creare uno spazio protetto in cui sviluppare e mantenere tutte le abilità che i bambini possiedono e svilupperanno.
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