A tu per tu con le educatrici di Grugliasco

di

di Valentina e Debora, educatrici nei Centri educativi di comunità di Grugliasco

Sono passati tre mesi dall’avvio del progetto Comunit-Azione sul territorio di Grugliasco. L’inizio è stato turbolento: carte da compilare, presidi e insegnanti da incontrare, colloqui con i genitori e iscrizioni. Oggi, però, siamo contente della forma che ha assunto il progetto. Siamo riuscite a coinvolgere 50 studenti delle scuole e, proprio in queste settimane, stiamo terminando il terzo laboratorio dell’anno. “Disegno a mano libera!” è il nome scelto per questa attività che è nata proprio da una richiesta dei ragazzi stessi. Il “mini corso” di tre incontri è proposto su tre CEC aperti ai ragazzi delle medie. In ogni spazio le richieste sono state differenti: un gruppo preferisce imparare a fare i fumetti, un altro vuole apprendere le tecniche per colorare con sfumature ed il terzo vuole provare a riprodurre in modo realistico. La mia collega Debora ed io non possediamo le competenze adatte per poter insegnare ad altri tecniche di disegno, così abbiamo chiesto aiuto ad altre ragazze del territorio: Sara, Maria Celeste e Vittoria. I ragazzi hanno avuto reazioni diverse: chi si è messo più in gioco, chi l’ha presa più come momento di sfogo per liberare la fantasia e chi (essendo già naturalmente portato per il disegno) ha imparato una nuova tecnica e si è messo a disposizione degli altri per aiutare.

Vorremmo condividere con voi gli aspetti piacevoli o meno dell’essere un educatore dei CEC.

La sfida più grande che dobbiamo affrontare quotidianamente? Far comprendere, soprattutto ai genitori, l’importanza dei laboratori. Sembra che “tolgano tempo allo studio” ma se c’è una cosa che abbiamo notato nelle prime due settimane di gennaio, dove abbiamo proposto con l’aiuto di Caterina (associazione A.Gio.) alcuni giochi psicodinamici, utili per capire le dinamiche del gruppo in previsione del laboratorio di teatro di marzo/aprile, è che anche nei momenti apparentemente più di svago i ragazzi fanno emergere caratteristiche e abilità che magari non hanno modo di mostrare in un momento più di studio. Ciò non significa che i compiti abbiano un ruolo marginale, anzi! Grazie all’aiuto dei tutor delle scuole superiori possiamo garantire un rapporto 1:2 per cui lo studente è accompagnato nel modo migliore nello svolgimento di un esercizio o nella costruzione di un metodo di studio personale.

Tra le cose più belle, invece, citiamo l’entrare nella vita dei ragazzi, che non significa solo sapere come è andata la giornata a scuola. In così poco tempo ci hanno raccontato o fatto intuire che iniziano a vivere la fase conflittuale con i genitori per rivendicare il fatto di non essere più bambini, che soffrono il confronto con i fratelli, che stanno vivendo le prime cotte del liceo, che hanno paura di deludere le aspettative dei genitori. A noi e ai tutor non resta che accogliere le loro richieste implicite ed accompagnarli, sostenerli e guidarli in questo momento difficile che è l’adolescenza.

Concludiamo con una frase di Sant’Ignazio di Antiochia: “Si educa molto con quello che si dice, ancor di più con quello che si fa, molto di più con quel che si è!”.

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