Centro estivo Senz’ombra: un luogo di crescita educativa

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Il nome è davvero un programma: il centro estivo di Zubiena è stato ribattezzato “Senz’orma” perché uno degli obiettivi era vivere la natura con rispetto, senza lasciare tracce. E l’esperienza, sulle colline che circondano Biella, è stata positiva, con il “tutto esaurito” per le quattro settimane di attività, svolte il più possibile all’aperto costruendo capanne nel bosco, realizzando schede da piccoli botanici su piante e fiori, imparando il Tai Chi o rilassandosi con le letture all’ombra di un albero o rinfrescandosi con un bagno nelle acque del torrente.

      

L’iniziativa ha fatto parte delle attività estive del progetto “Community School”, il patto territoriale selezionato da “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. In cabina di regia la cooperativa Tantintenti e l’associazione Andirivieni, la prima capofila di Community School e la seconda nella lista dei 47 partner, hanno chiesto ospitalità al campeggio Future is Nature-Playground, una struttura immersa nel verde al confine tra Zubiena e Sala, nato per favorire il relax e il riavvicinamento alla vita all’aria aperta (per i visitatori sono a disposizione, per dormire, anche le tende sospese, legate ai tronchi dei faggi, o quelle trasparenti, a forma di bolla).

Si è rivelato lo scenario ideale per solleticare la curiosità dei bambini, di età comprese tra i 6 e gli 11 anni e divisi in gruppi da otto, per rispettare le prescrizioni anti-contagio in tempi di Coronavirus. «Il pensiero condiviso» spiega lo staff «è che l’attività estiva debba essere un luogo di crescita educativa, con forte base esperienziale, stimolante e interessante per chi la frequenta».

                 

E di esperienze, i bambini hanno potuto farne parecchie: la settimana-tipo alternava momenti di attività organizzate a porzioni di giornata da vivere più in libertà, utili per mettere in pratica le nozioni apprese nell’utilizzo di materiali naturali. Ecco come sono nate le capanne, costruite intrecciando sapientemente rami secchi, oppure gli aquiloni fatti di carta di giornale riciclata, filo da pesca e materiali del bosco, imparando sulla propria pelle che usare rami troppo pesanti rende la struttura più solida ma inadatta a volare spinta dal vento.

Imparare provando e toccando con mano è stata un’altra chiave delle giornate, trascorse anche con i piedi in acqua, a “pescare” argilla pronta per essere plasmata e utilizzata. Tra le attività particolari, una costante delle quattro settimane è stata la giornata dedicata al Tai Chi, per prendere confidenza con la meditazione e il rilassamento, mentre c’è stato spazio anche per avvicinarsi a culture diverse, ascoltando e suonando i tamburi dell’Africa sub-sahariana.

    

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