“Un genitore determina la società di domani anche se lavora ‘soltanto’ a casa propria”

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Ciao, sono Mariana, a momenti ho 37 anni. Sono sposata da 17 anni e insieme a mio marito abbiamo due figli, uno di 15 e uno di 12 anni. Siamo romeni e conserviamo in parte la nostra cultura e in parte abbiamo acquisito quella italiana.

Da genitore ho scelto di replicare con i miei figli gli aspetti che hanno funzionato bene nella mia famiglia di origine e sbarazzarmi di quelli che mi convincevano poco e di conseguenza sostituirli (cosa non facile perché la cultura e l’educazione ci si impregnano addosso come un tatuaggio).

Avevo preso sul serio il mio ruolo di genitore, mi rendevo conto del compito arduo che ho, capivo che un genitore determina la società di domani anche se lavora “soltanto” a casa propria.

Sappiamo tutti che non è facile essere genitori, che non c’è una ricetta e perciò si va per tentativi, quello che stavo facendo anch’io, e siccome c’erano cose che non mi riuscivano con i miei figli, faticavo senza risultati, allora ho iniziato a chiedermi che tipo di genitore sono.

Ricordo che passavo d’avanti all’Oscar Levi di Chieri e vidi una locandina con degli incontri sulla genitorialità. Il primo incontro a cui avrei potuto partecipare era sulla mamma chioccia, farfalla e coccodrillo. Mi ero detta: “bene vediamo che razza di madre sono?”.

Tornai felice e carica da quell’incontro, mi ero resa conto che mi stavo impegnando (e anche bene!) come madre. Certo avevo anche capito che c’erano cose che dovevo smussare in me.

A qualche incontro sulla fraternità ha partecipato anche mio figlio di 15 anni con un riscontro più che positivo.

Credo di aver partecipato a tutti gli incontri, finito un primo ciclo come genitori c’eravamo resi conto che questi incontri ci facevano bene e abbiamo desiderato continuare, concludendoli con una pizzata. Famiglie diverse tra loro ma con la voglia di impegnarsi nella crescita dei propri figli.

Per me personalmente questi incontri sono stati a tratti un faro, occasione di riflessioni, contesto dove rendersi vulnerabili e raccontare le proprie difficoltà e timori. In cambio mi sono sentita meno sola e meno “cattiva” come madre. Ho avuto modo di vedere che tutti sbagliano, che un po’ tutti brancolano nel buio in questo compito arduo di genitore. Ho avuto anche momenti in cui mi sono fatta gli applausi.

Credo che questi incontri possano avere soltanto una buona influenza, sono un ottimo aiuto. Mi dispiaccio nel vedere poca partecipazione. Forse la società è tanto impegnata e stanca da non rendersi conto del bisogno che ha.

In conclusione, mi sento di ringraziare i genitori che hanno partecipato a questi incontri perché hanno condiviso e per ultimo, Guido Tallone ma non per importanza, mi piace dire “la persona che ci ha illuminati e guidati”, il primo a raccontarsi come genitore.”

Mariana

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