“Il gioco della vita” con il Servizio Sociale Scolastico
di casespeciali
Il Servizio Sociale Scolastico, avviato nel mese di marzo nell’ambito del progetto dalla Fondazione FIRSS, proseguirà sino a giugno con lo sportello d’ascolto curato dalle Assistenti sociali Anna Santovito, Maria Martino e coordinato da dott.ssa Farina Valentina.
Il programma dello sportello d’ascolto si arricchisce con una nuova proposta di attività che ha come obiettivo quello di stimolare l’ascolto e il racconto personale e, dinanzi all’esponenziale livello di stress e richieste di prestazioni (scuola, sport, stress competitivi) a cui i ragazzi vengono costantemente chiamati, punta a contrastare la derealizzazione e/o depersonalizzazione favornedo la socializzazione sana.
L’attività “il gioco della vita” è particolarmente indicata per i ragazzi che vivono momenti di solitudine, hanno difficoltà relazionali e potrebbero sviluppare o accentuare schemi di “Vulnerabilità”, “Inadeguatezza”, “Passività”.
L’attività ludica il gioco della vita è un vero e proprio gioco di parola, utile per permettere alle ragazze e i ragazzi di raccontarsi attraverso il gioco per favorire il ricordo relativo alla propria storia individuale. Il gioco, strutturato come quello dell’oca, con il rispetto di tempi e regole, propone una riflessione autobiografica e si struttura in piccoli gruppi. È possibile giocarci tirando un dado e rispettando il proprio turno. La funzione è quella di concentrarsi sulla narrazione del proprio vissuto emotivo e sulla regolazione dei tempi e dei compiti.
Tra gli obiettivi perseguiti vi sono quelli di portare a stimolare la memoria per concentrarsi sul Rievocare, ricordare e rimembrare.
Rievocare per richiamare dalla penombra dell’oblio cose e sensazioni.
Ricordare per ritrovare attenzioni su particolari come le emozioni, gli stati d’animo e gli affetti.
Rimembrare equivale a mettere insieme rievocazioni e ricordi per dare una forma al pensiero e alla memoria.
L’esperienza del Servizio Sociale Scolastico consente di far emergere ciò che si sta rivelando particolarmente utile per la narrazione delle proprie storie individuali, la gestione dell’ansia e dell’aggressività, oltre a rappresentare un particolare momento di condivisione e partecipazione. Bisognerebbe sempre toccare le storie per imparare e nuotare. La crescita, la cura, la responsabilità, sono opportunità messe in campo per docenti, genitori, studenti, per confrontarsi, apprendere, sperimentare, approfondire.
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