Quando le storie la fanno da padrona. Atelier di lettura “La paura fa 90!” e “Apri. Lettere, pizzini e messaggi in codice”

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Una scuola media. Due percorsi di lettura. Otto classi partecipanti. Trentadue incontri. Centosettanta alunni-e coinvolti.

Questi i numeri degli atelier di lettura per ragazzi-e curati da Paola Lupone della cooperativa Progetto Città di Bari, Capofila del progetto regionale “Le Case Speciali dei Ragazzi e delle Ragazze” nei mesi di marzo e aprile 2022 presso la scuola secondaria di primo grado “De Marinis” di Carbonara (Bari). Il percorso ha previsto veri e propri appuntamenti letterari dove, in uno spazio neutro, i ragazzi e le ragazze dagli 11 ai 13 anni hanno ascoltato, discusso e condiviso parole, pensieri e pezzi di vita. Perché i libri, le storie hanno questo potere.

Due percorsi paralleli con tematiche diverse. Da una parte “la paura”: da quelle ancestrali come la morte, la guerra, la pandemia a quelle più intime come il rifiuto di sé stessi e degli altri, il perdersi, la solitudine. Dall’altra parte le “lettere”, qui intesi come espedienti narrativi che hanno reso alcuni romanzi epistolari della letteratura per ragazzi-e celebri nel tempo.

È stato un percorso appassionante in un crescendo di curiosità e d’interesse da parte dei ragazzi e delle ragazze che esordivano spesso ad ogni inizio incontro chiedendo alla conduttrice: “che libri ci ha portato oggi?”. Ed è così che l’appuntamento settimanale si è trasformato nel tempo quasi in un rito: libri sulla cattedra, posizione comoda per l’ascolto e silenzio. Si può cominciare: letture ad alta voce di incipit o di brani tratti dai libri scelti tra la migliore letteratura per ragazzi-e contemporanea. Storie verosimili, fantastiche o distopiche, tutte suggestive e avvincenti la hanno fatta da padrona. Assorti in un ascolto attento e partecipato, i ragazzi e le ragazze si sono lasciati andare all’immaginazione e, a loro dire, hanno trovato parole capaci di restituirgli il senso delle loro esperienze: “La paura è essere arrivati in un paese straniero e non essere guardato con occhi diversi”.

E se per alcuni la condivisione ad alta voce nel gruppo ha consentito di non rimanere da soli con le proprie domande ma di sentire un’eco della propria quotidianità, per altri questo spazio è consistito nella scrittura autobiografica.  Infatti, prendendo in prestito spunti dalle letture fatte, ai ragazzi è stato proposto di scrivere messaggi a sé stessi nel futuro o lettere indirizzate idealmente a persone care perdute o amici e amiche lontane. Il risultato è stato sorprendente per la capacità di ognuno di mettere su carta il proprio universo: “Se bussassi alla mia porta, ti farei entrare, ti chiederei di restare e ricominciare tutto dall’inizio e recuperare il tempo perduto”

Complici in tutto questo i docenti di tutte le classi coinvolte che hanno partecipato in maniera interessata, ma con discrezione, agli incontri di laboratorio per salvaguardare quello spazio di scuola-non scuola creato dai libri e dalle storie. Il percorso avviato non si è esaurito. Con i ragazzi e le ragazze ci si è dati appuntamento all’anno prossimo per continuare a condividere la pratica del leggere libri e raccontare storie, nella ferma convinzione che possono essere straordinari strumenti di emancipazione culturale ed efficaci “vaccini” per contrastare il diffondersi della povertà culturale e della emarginazione sociale tra gli adolescenti e nei loro contesti di vita e comunità.

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