Il primo incontro. Le presentazioni
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Silvia ci presenta il possibile gruppo, 12 persone appena arrivate in Italia, minorenni, che parlano poco la nostra lingua, altre 13 persone che sono in Italia da più tempo, parlano la nostra lingua, sono maggiorenni.
Non sappiamo chi verrà alla presentazione del progetto, ma da subito capiamo che la “parola dei sogni” con la quale pensavamo di aprire il percorso, è prematura.
Meglio lavorare su altri registri: il corpo, l’immagine, la musica, nel frattempo attendiamo che arrivino.
Non sappiamo chi ci sarà, c’è stato un contrattempo nelle lezioni mattutine e sono terminate in anticipo, può essere che qualcuno rientri per il laboratorio, oppure no.
Sappiamo di dover gestire l’incertezza, rispetto al numero dei partecipanti ed alla loro provenienza, siamo molto curiosi di incontrarli e questo non ci preoccupa.
Arrivano, sono 6, maschi: 2 egiziani, di cui uno appena arrivato che parla solo arabo, 2 albanesi uno appena arrivato che parla solo albanese, 2 pachistani uno parla solo pachistano l’altro un po’ di inglese.
Spostiamo i banchi per creare lo spazio del cerchio e ci posizioniamo.
Da subito chi conosce la nostra lingua o parla inglese si mette a disposizione del compagno per aiutarlo a capire quanto verrà detto.
Facciamo un giro di presentazioni e raccontiamo in più lingue il significato del percorso pensato e come si inserisce nel loro curriculum scolastico, quali competenze può sviluppare.
Le coppie ascoltano e poi uno dei due, traduce per l’altro e riporta a noi, pensieri e domande di chi fatica ad esprimersi.
Andrea propone che ciascuno faccia ascoltare un brano musicale che ama, non importa in che lingua…questo apre un ulteriore spiraglio, non solo dialogano con noi, ma tentano di dialogare fra loro, utilizzando la musica.
Siamo sulla strada giusta? Vedremo quanti si presenteranno la prossima settimana.
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