Videomaking con le Aloe Vere

di

con le "Aloe Vere"

Dopo un inziale periodo di conoscenza dei ragazzi e della scuola “Villa Igea” attraverso l’educativa di corridoio, in seguito ai numerosi incontri e raccordi svolti durante l’anno tra le figure operative, si è scelto, in condivisione con i docenti, di realizzare un laboratorio mattutino con un gruppo di ragazze delle classi prime.
Descritte come “particolarmente vivaci”, erano note per essersi rese protagoniste di episodi di prevaricazione nei confronti di altre coetanee, e con un rendimento scolastico che poteva far temere un precoce abbandono del percorso scolastico.

La sfida è stata quella di inserire nel gruppo situazioni ben diversificate tra loro: la convivenza di ragazze così differenti nel contesto scuola ha portato nel corso dell’anno al manifestarsi di dinamiche di prevaricazione o di ritiro.

Il lavoro si è sviluppato su differenti piani: l’educatrice è stata chiamata a intervenire su dinamiche e comportamenti problematici che si sviluppavano nel gruppo ma con uno sguardo ed una specifica attenzione al singolo.

L’educatrice ha inizialmente definito una scaletta delle attività, proposta ai docenti, ma costruita come un canovaccio che è stato poi condiviso e costruito giorno per giorno insieme alle ragazze, in un lavoro sinergico, accogliendo il desiderio e le proposte che venivano espresse dalle partecipanti.

L’obiettivo del laboratorio è stato quello di condividere vissuti, emozioni, esperienze, rielaborandole grazie alla presenza dell’educatrice ed in un contesto protetto, così da creare un’identità di gruppo.

Si è iniziato, inoltre, a lavorare sui fattori di protezione e rischio, con l’obiettivo di costruire delle competenze emotive che le ragazze potessero trasferire sia nel contesto scuola che nei contesti sociali più informali.

Il filo conduttore del laboratorio è stato la realizzazione di un video, che potesse essere poi condiviso all’interno della scuola, come elemento che potesse traghettare un’immagine positiva e differente delle giovani che hanno aderito alla proposta. Le ragazze hanno così potuto apprendere l’uso della telecamera e di alcune tecniche di videomaking.

Le attività di laboratorio sono state suddivise in incontri focalizzati su temi specifici e attraverso alcuni strumenti (role playing, collage, interviste…) guidati dall’educatrice.

È stato favorito un confronto e una condivisione da parte delle ragazze su argomenti specifici: il gruppo, temi quali regole, trasgressione, rispetto e prevaricazione, la rappresentazione di Sé e la propria immagine sui social, la progettualità e la scuola.

Le diverse attività proposte hanno aiutato le ragazze a mettersi nei panni delle altre, ad ascoltarsi reciprocamente e scoprire di avere sogni e valori in comune. Ognuna si è riconosciuta capace e competente nella sua specificità. Insieme, attraverso l’arte del compromesso, hanno deciso il nome del gruppo: “Aloe Vere”. Il nome è stato scelto per la comune passione verso la natura, che rispecchia la scelta di frequentare una scuola con indirizzo “agraria e panificazione”, e il desiderio condiviso della verità.

È così che nel corso degli ultimi mesi di scuola è emersa un’immagine delle ragazze completamente differente da quella inizialmente manifestata. Tutte hanno avuto modo di aprirsi, raccontandosi. C’è chi nel gruppo ha assunto un ruolo più protettivo nei confronti delle coetanee, chi è emerso per la sua spiccata creatività, chi ha portato un forte senso critico nelle discussioni.

Pian piano la studentessa descritta come prevaricatrice ha avuto modo di raccontare di essere stata vittima di bullismo, di rileggere alcuni suoi comportamenti alla luce dei vissuti che portava, di sentirsi molto più forte di prima ma di portare ancora una forte sofferenza nel ripensare al suo passato. Una ragazza ha riportato di essere consapevole dei suoi scarsi risultati scolastici, di impegnarsi molto e di non riuscire a soddisfare le sue aspettative per le difficoltà: ha raccontato che rimane spesso in disparte, che con le parole fatica a creare un legame con le persone che la circondano, ma con l’aiuto della musica è riuscita a emergere nel gruppo, mostrandosi in tutta la sua positività e delicatezza. Una ragazza ha condiviso il suo amore per lo skateboard, passione ereditata dalla madre; teme di essere bocciata, ma al momento rifiuta la possibilità di ri-orientamento perché in quella scuola si sente comunque valorizzata; ha portato nel gruppo una competenza nell’uso degli strumenti tecnologici, guidando le coetanee nell’uso della telecamera e nel montaggio video.

Questi sono solo alcuni esempi del percorso fatto con il gruppo.

L’ultimo incontro si è focalizzato sulla ripresa del percorso fatto insieme, considerazioni positive e negative del lavoro fatto. Si sono ri-sistemate delle riprese che non erano chiare… l’imprevisto fa parte di ogni percorso ed è importante riuscire ad affrontarlo con coraggio e creatività. Si è riflettuto rispetto al futuro scolastico e personale, con ascolto e sostegno di fronte il fallimento di un’ eventuale bocciatura ed ri-orientamento per chi fosse incerto sul proseguire gli studi.

L’educatrice è stata riconosciuta come figura adulta in grado di raccogliere i bisogni manifesti e riconosciuti, come la motivazione scolastica, sia sui bisogni inespressi e sulla valorizzazione di risorse personali. Tali percorsi di affiancamento individuali seguiti dall’educatrice sono stati utili per conoscere in modo più approfondito le singole ragazze, costruendo insieme a loro un progetto di crescita.

A fine anno scolastico ci troviamo nuovamente a proporre un momento di riflessione con i docenti per portare queste unicità, per condividere una rilettura su quegli aspetti di criticità, vulnerabilità che spesso emergono e vengono manifestati dai ragazzi, affinché possano essere collocati all’interno di un percorso di vita più ampio, e talvolta trasformati proprio in risorse.

Regioni

Ti potrebbe interessare

Tre salti avanti per diventare giocolieri

di

Vecchi bauli impolverati, scatoloni dimenticati in soffitta, edicole e cartolerie. È stata una dura ricerca, ma alla fine, li ho trovati: un...

Al Terminal di Lodi

di

Terminal di Lodi, è l’uscita da scuola. Attesa. Sono qui apposta per lui, perché altrimenti non potrei incontrarlo. Il telefono non ce l’ha...

Il futuro di Daniel

di

Sto camminando per il paese. Sento una bestemmia dietro di me, con quell’accento marcatamente campano. Mi giro, lo saluto. Ricambia con finta...